Immigrazione ed obesità

0

A cura di Anna Maria Colacchi, Laureata in Comunicazione Scientifica Biomedica

Diversi studi ed osservazioni dei fenomeni delle migrazioni hanno evidenziato come esista quello che viene definito “effetto del migrante sano”: in pratica gli immigrati che arrivano in un paese godono di una maggior salute rispetto ai loro connazionali rimasti in patria, effetto questo rilevabile da dati quali il peso corporeo e la presenza o meno di malattie cardiovascolari. Questo “effetto” è in gran parte attribuito alla “health selection” (selezione di salute), quel fenomeno per il quale individui sani sono più propensi a migrare perché hanno un minor numero di restrizioni fisiche e molto da guadagnare a livello economico.

Tuttavia questo confronto non tiene conto di due fattori importanti: ciò che cambia nel profilo di salutedei paesi d’origine può influire sulla salute degli immigrati nel tempo, ed il miglior gruppo di confronto in termini di salute sarebbero le persone rimaste in patria.

Gli immigrati provengono da paesi che stanno attraversando profonde modificazioni in termini di salute della popolazione. La globalizzazione a livello nutritivo e l’urbanizzazione hanno contribuito a cambiare drasticamente i profili di salute delle malattie non trasmissibili; un primo esempio è sicuramente l’obesità. Dal 1980 al 2008 le percentuali di obesi nei paesi dai quali arriva un grande flusso di immigrati negli Stati Uniti (America Latina ed Asia) sono praticamente raddoppiate.

Al fine di comprendere il fenomeno dell’obesità in relazione a questi fenomeni migratori, i ricercatori delDipartimento di Epidemiologia e Biostatistica della Arnold School of Public Health University del Sud Carolina negli Stati Uniti hanno utilizzato dati rappresentativi a livello nazionale provenienti da tre set di dati per le analisi: il 2000 Mexican National Health Survey (ENSA), il 2012 Mexican National Health and Nutrition Survey (ENSANUT), ed il 1999/2000 and 2011/2012 waves of the US National Health Interview Surveys (NHIS), che includevano tutti indagini e questionari su campioni di famiglie messicane rimaste in patria od emigrate negli Stati Uniti.
Sono state esaminate le differenze tra i sessi tra il 2000 ed il 2012. Tramite modelli log-binomiali si è confrontato il rischio di obesità tra i recenti immigrati negli USA in confronto a Messicani con diverse probabilità di migrazione, al fine di determinare i cambiamenti di salute nel tempo.
Nel 2000 tra gli uomini si sono trovate poche differenze tra immigrati recenti negli USA e messicani non migranti. Tuttavia nel 2012 i messicani che avevano meno possibilità di migrare avevano una maggiore possibilità di diventare obesi. Per quanto riguarda le donne invece sia nel 2000 che nel 2012 le messicane avevano un livello più alto di obesità delle donne immigrate recentemente.

I risultati sottolineano l’importanza di utilizzare un adeguato gruppo di controllo quando si studia un aspetto dello stato di salute. Viene inoltre incoraggiato l’utilizzo futuro di dataset nazionali per indagare su altri aspetti della salute e della migrazione tra i paesi: in questo modo è possibile fare dei confronti che tengano conto della realtà oggettiva dei fatti, non solo nel tempo ma anche nelle modalità.

Fonte: Social Science & Medicine

 

Condividi