Omosessualità e omofobia

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L’omosessualità è una questione molto discussa e dibattuta nella nostra società, soprattutto negli ultimi anni, che porta con se una serie di interrogativi la cui risposta non è sempre semplice o scontata. Cos’è l’omosessualità? E’ una nuova “tendenza” o esiste da sempre?

Essa è rappresentata da un’attrazione sentimentale e/o sessuale tra individui dello stesso sesso e perdurante nel tempo. L’OMS la definisce come “una variante naturale del comportamento umano”.

Oggi, nelle popolazioni occidentali, si stima essere tra il 6-8% la proporzione di adulti con un orientamento omosessuale prevalente.

Le attuali teorie scientifiche descrivono l’omosessualità come un complesso sviluppo di fattori genetici, psicologici e culturali. Tra le persone che si definiscono omosessuali rientrano i maschi gay, le lesbiche, i maschi e le femmine bisessuali e i transessuali.

Si possono verificare comportamenti omosessuali anche in molti altri casi, tra i quali, per esempio: “giochi” sessuali esplorativi durante l’infanzia; rapporti indotti dall’assenza di attività sessuale come nelle carceri o nelle caserme; malattie mentali che non portano a distinguere il sesso del partner.

La tendenza a definire “diversa” la persona omosessuale ha contribuito a generare una pressione sociale che ha spinto le stesse persone omosessuali a rifiutare pubblicamente la definizione di “omosessualità”. Oggi nel linguaggio corrente, al termine “omosessuale” vengono preferiti il termine di gay o lesbica. Mentre in ambito scientifico e sanitario vengono utilizzati più spesso i termini “maschio che fa sesso con maschio (MSM)” o “femmina che fa sesso con femmina (FSF)”.

Che cos’è allora l’omofobia?

“Omofobia” letteralmente sta per “paura nei confronti di persone dello stesso sesso” e rappresenta lintolleranza verso coloro che hanno sentimenti nei confronti degli uomini e delle donne omosessuali.

La “transfobia” è l’avversione nei confronti di persone transessuali o transgender e, come per l’omofobia, è prodotta da pregiudizi e stigmatizzazione.

Molti giovani sono vittime di discriminazioni e atti di bullismo basati sull’identità sessuale.

L’Unione Europea denuncia ogni discriminazione basata sull’identità sessuale, considerandola analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo.

Alcuni studi hanno evidenziato un rischio maggiore di omofobia in soggetti dalla “personalità autoritaria” che si sentono spesso minacciati da chiunque sia “diverso” da sé. Altre ricerche oggi associano l’omofobia come  maggiormente legata a diverse caratteristiche quali: l’età avanzata, un basso livello di istruzione, l’avere idee religiose fondamentaliste, non avere conoscenze o amici gay o lesbiche, il provare sensi di colpa nei confronti del sesso.

In molte nazioni europee sono previste leggi finalizzate a contrastare l’omofobia. In Italia, anche se è sancito il principio di uguaglianza e tutela della discriminazione (art.3 della Costituzione), non esiste ancora una legge specifica contro l’omofobia.

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Le informazioni contenute in questo sito sono tratte da documenti ufficiali divulgati dalla WHO (World Health Organization – WHO – Department of Reproductive Health and Research (RHR)  e/o da altre organizzazioni nazionali ed internazionali deputate alla ricerca ed alla cura. Revisione a cura di Chiediloqui.it, anno 2016.

Le informazioni sono corrette ma non possono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra il professionista della salute e la persona interessata.

 

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