Cosa sanno i giovani della fertilità?

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Sul tema della fertilità i giovani sono decisamente impreparati: il 72% dei ragazzi non ha mai pensato di fare un controllo medico per informarsi della propria salute riproduttiva. Diverso l’atteggiamento delle ragazze, più consapevoli rispetto ai maschi, soprattutto nella fascia d’età tra i 20 e i 26 anni: quasi il 40% di loro ha fatto controlli ginecologici. Lo rivela l’indagine “I giovani e la fertilità” condotta su circa 1.500 giovani, tra 14 e 26 anni, nel periodo compreso da novembre 2016 e marzo 2017, per conto della Società Italiana di Fertilità, Sterilità e Medicina riproduttiva SIFES, con il supporto di MSD Italia, presentata i giorni scorsi in Senato a Roma. Insomma i giovani ne sanno poco e quello che conoscono proviene dai mass media e dai social.

Il tema della fertilità è prevalentemente legato ai social, ma il livello di conoscenza è superficiale e le fonti informative sono soprattutto il web (34,7%) e gli amici (29,4%); seguono i genitori (20%) e i medici (15,8%). Conoscere la tematica non si traduce però in comportamenti virtuosi: pochi i controlli e la formazione sulla salute riproduttiva. I maschi iniziano a interessarsi al tema dopo i 20-25 anni, ma la fertilità è ancora considerata “roba da donne”. Se la maggioranza degli intervistati (87%) dimostra di conoscere la correlazione tra invecchiamento della donna e diminuzione della fertilità, molta più confusione c’è sull’età a partire dalla quale le donne diminuiscono la loro capacità di ottenere una gravidanza: tanto che il 47% degli intervistati risponde “oltre i 50 anni”.  Un aspetto interessante è rappresentato dal fatto che i problemi d’infertilità sono percepiti come risolvibili a differenza di quelli relativi alla sterilità; inoltre le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita sono ampiamente conosciute (il 75% dichiara di aver sentito parlare dell’argomento). Fatto questo che mette in luce un importante cambiamento di carattere culturale, che consiste nel riconoscimento della sterilità come problema medico e sociale. Appare invece acquisito il dato sulle influenze esterne: abitudini e stili di vita, quali il consumo abituale di droghe, alcol e fumo, ma pure inquinamento ambientale e obesità, sono correttamente riconosciuti dalla maggioranza degli intervistati come possibili fattori che compromettono la fertilità sia maschile che femminile.
 
«La ricerca nasce dal desiderio della Società Italiana di Fertilità e Sterilità di approfondire le conoscenze dei più giovani rispetto a queste tematiche», spiega Andrea Borini, Presidente Sifes. «Si tratta di argomenti di primaria importanza in una società, come quella occidentale, che vede aumentare il problema della sterilità, e si propone di rendere coscienti i ragazzi dell’importanza della propria salute riproduttiva, un modo anche per risollevare il tasso di fertilità del nostro Paese. Dobbiamo far comprendere ai giovani l’importanza di questi temi, con un linguaggio che sappia avvicinarli e parlare loro senza pregiudizi: ad esempio, quando parliamo di stili di vita vorrei che – accanto ai temi importanti di alcol, droghe, fumo e disturbi alimentari – si riferisse loro in modo rigoroso anche dei rischi che comporta la promiscuità sessuale non protetta. Infezioni sessualmente trasmissibili possono rappresentare minacce enormi e spesso sottovalutate per la sterilità. È il caso della Clamidia: anche se le manifestazioni sintomatiche sono molto leggere, le conseguenze a carico dell’apparato riproduttivo, soprattutto femminile possono essere anche molto gravi; dal 10 al 40% delle donne con infezione non trattata sviluppano la malattia infiammatoria pelvica, che può condurre a sterilità». Per informare adeguatamente i giovani su questi rischi e porre le basi per una rigorosa educazione a una sessualità consapevole e responsabile, un ruolo fondamentale potrebbe avere la scuola: delle poche informazioni che i ragazzi hanno, quasi l’80% risulta essere frutto di quanto ascoltato in aula. Seguono a grandissima distanza altri luoghi di aggregazione giovanile, quali associazioni di varia natura. 
 
Dal quadro delineato emerge inoltre la necessità di formare (non solo informare) e sensibilizzare maggiormente la fascia più giovane della popolazione, diffondendo la convinzione che queste tematiche interessano i maschi tanto quanto le femmine. Da una lettura complessiva dell’indagine emerge infatti che ancora oggi sono soprattutto le ragazze, perciò le “potenziali future mamme”, a mostrare una maggiore attenzione, secondo il luogo comune della nostra società che attribuisce alla donna le maggiori responsabilità nella riproduzione. Invece, sin dalla giovane età, il genere maschile si dimostra disattento al concetto di procreazione: un dato che deve portare a importanti riflessioni, se si considera che la percentuale di infertilità maschile è in crescita negli ultimi anni. «Come Società Scientifica – continua il Presidente Borini – sentiamo il dovere di impegnarci nella divulgazione di contenuti corretti, attraverso un’informazione senza pregiudizi: dobbiamo passare dal concetto di trattamento della sterilità a quello di protezione della fertilità. Affrontare queste tematiche fa parte del processo di conoscenza e rispetto di se stessi, per vivere pienamente la propria sessualità».

Partirà nei prossimi giorni la campagna Sifes per divulgare un’informazione scientifica e corretta sulla sessualità e la procreazione responsabile. Da qui il nome della campagna: #ideefertili e l’invito che la accompagna “Scegli di scegliere”: un messaggio che si adatterà per strumenti e contenuti al quotidiano dei più giovani, incuriosendoli, spingendoli ad approfondire e condividere. Così #ideefertili sarà in primo luogo una piattaforma digital di divulgazione, che consentirà di fruire di contenuti informativi e scientifici proposti con un linguaggio semplice (infografiche, testi brevi, video); permetterà di interagire con una rete di professionisti in grado di rispondere ai dubbi e alle domande dei ragazzi e fornirà anche agli “intermediari2 (famiglie e docenti) spunti, materiali e linguaggi per affrontare in modo semplice ma efficace le tematiche legate alla fertilità. Fondamentale sarà l’utilizzo dei social network. Da luglio ad agosto #ideefertili sarà anche in tour su diverse spiagge italiane (Cattolica, Lignano Sabbiadoro, Porto San Giorgio, Peschici, Sciacca, Capo D’Orlando) con distribuzione di materiali e momenti di coinvolgimento dei ragazzi con gadget e premi che veicoleranno e rafforzeranno il messaggio che si intende lanciare ai giovani.

Fonte: Donna in salute.it

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