Gli italiani e l’alimentazione: 2 su 3 temono gli ingredienti artificiali

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Temono gli ingredienti artificiali contenuti nei cibi confezionati, si fidano di più dei pasti preparati in casa e accetterebbero un costo maggiore per gli alimenti privi di elementi considerati nocivi per la salute. Il 67 per cento degli italiani è preoccupato da alcune fastidiose presenze nei prodotti alimentari: antibiotici e ormoni nella carne, coloranti artificiali, conservanti, Ogm, aromi e dolcificanti artificiali, glutammato monosodico ecc…Neanche gli altri consumatori europei si fidano pienamente di quello che trovano sugli scaffali dei supermercati: a preoccuparsene sono anche gli spagnoli (il 60%), i cittadini del Regno Unito (il 55%) e della Germania (il 53%).  Rispetto alla media europea, gli italiani vorrebbero però vedere cambiare sostanzialmente l’offerta: il 21 per cento (rispetto al 15% della media Ue), chiede più alimenti alternativi alla carne composti da proteine di origine vegetale. È quanto emerge da due indagini condotte su un campione di oltre 30 mila individui in 61 Paesi, la Survey Nielsen “Global Health and Ingredient-Sentiment” e la “Global Out-Of-Home Dining”.

Le diete

C’è chi evita i grassi (18%) e chi i carboidrati (11%), ma rispetto alla media europea gli italiani non emergono come campioni di rinunce. Solo il 38 per cento (contro la media europea del 44%) dichiara di evitare alcuni alimenti. Dei dolci si privano in pochi: solo il 9 per cento contro il 22 per cento della media europea.

Le allergie

Il 23 per cento degli italiani coinvolti nello studio dichiara di essere affetto da allergia o che ne soffre un membro della propria famiglia.

I principali responsabili dei disturbi legati all’alimentazione sono il lattosio (8%) e il glutine (5%). Oltre la metà di chi segue una dieta restrittiva per scelta o intolleranza (53%) dichiara di essere soddisfatto dall’offerta di prodotti dei supermercati, contro una media europea pari al 49 per cento.

Back to basics

La scelta è drastica: nessun prodotto animale che contenga antibiotici  o ormoni (il 65%), nessun cibo con coloranti artificiali (il 62%) o conservanti ( 60%), niente Ogm (il 59%). È la filosofia del “back to basics”, cioè il ritorno agli elementi base dell’alimentazione, seguita sempre più da molti consumatori del Belpaese e anche degli altri Paesi europei.

Il 72 per cento degli intervistati si dichiara molto interessato a conoscere la composizione degli alimenti acquistati, il 55 per cento del campione richiede più prodotti naturali al cento per cento, il 49 per cento senza coloranti artificiali, il 43 per cento senza aromi aggiuntivi, il 41 per cento senza Ogm e il 36 per cento alimenti biologici.

Less is more

Senza è meglio. Il  42 per cento degli italiani (contro la media Ue pari al 34%) richiede maggiore assortimento di prodotti a basso contenuto di grassi o addirittura senza, il 31 per cento cerca prodotti senza zucchero, il 25 per cento senza sale, il 21 per cento ipocalorici, il 13 per cento senza lattosio, il 6 per cento senza glutine. Il 23 per cento  giudica con favore le confezioni alimentari che prevedono porzioni “controllate”.

 A cena fuori (se costa poco)

Dall’indagine Global Out-of-Home Dining emerge che la cena è il pasto consumato fuori casa più preferibilmente (indicato dal 70% di quanti dichiarano di andare a mangiare in locali almeno una volta ogni tanto) rispetto al pranzo (34%) e alla colazione (14%, contro una media europea del 9%).

I locali preferiti dagli italiani sono i ristoranti tradizionali (44%  del campione rispetto a una media Ue pari al 31%), e bar, raggiunti ogni mattina dal 25 per cento degli italiani (media Ue del 15%). I fast food non riscuotono nel Belpaese lo stesso successo che hanno altrove (36% in Italia vs 49% in Europa). Dove andare a cena? Il prezzo ragionevole è il primo criterio di scelta (64% del campione), ben al di sopra della qualità del cibo (35%).

Fonte: Healthdesk

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