Patologie croniche: lo sport fa bene?

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La pratica di un’attività fisica nei bambini e adolescenti che soffrono di patologie croniche è spesso ostacolata dai timori legittimi dei genitori. Giovanni Corsello, presidente della SIP (Società Italiana di Pediatria), afferma che “il movimento, indipendentemente dallo stato di salute, è una necessità fisiologica per bambini e adolescenti: è parte integrante del loro processo accrescitivo, sia sul versante fisico che psicologico”. Poi aggiunge “lo sport migliora l’autostima e il senso di benessere, favorisce l’apprendimento e riduce l’ansia per la prestazione scolastica, favorisce la socializzazione, abitua al rispetto delle regole”.

La SIP ha quindi redatto una guida contenente una serie di indicazioni specialistiche riguardo i vantaggi e gli svantaggi della pratica sportiva da parte di giovani pazienti affetti da malattie croniche.

  • Diabete mellito di tipo 1: per questo tipo di pazienti vengono sconsigliati solamente gli sport estremi; la pratica di attività motoria riduce il rischio cardiovascolare, metabolico e di obesità; tra gli svantaggi, l’insorgenza di possibili ipo o iperglicemie.
  • Cardiopatia: solo il 19% dei piccoli pazienti affetti da cardiopatia riceve informazioni su come praticare correttamente e in modo sicuro uno sport, rischiando così di diventare sedentari e soggetti ad obesità. Non c’è uno sport specifico da consigliare, ma ne va scelto uno in base alla storia clinica del bambino.
  • Asma: è stato dimostrato che l’attività fisica può migliorare i livelli di attività aerobica; vanno evitati gli sport in ambienti difficili, inquinati o con alti livelli di allergeni. Qualsiasi esercizio va preceduto da un riscaldamento e seguito da una fase di defaticamento.
  • Disturbo da deficit dell’attenzione / iperattività: si consigliano sport in cui ci si mantenga sempre in movimento, di squadra o individuali, in modo da ridurre lo stress, l’ansia, la depressione, gli effetti negativi del comportamento, ed evitare momenti di inattività e concentrazione.
  • Artrite idiopatica giovanile: l’attività fisica migliora la composizione corporea, riduce il carico sulle articolazioni degli arti inferiori, potenzia le masse muscolari e aumenta la densità minerale ossea. Si consigliano il ciclismo e lo sport, mentre sono sconsigliati gli sport da contatto.
  • Neoplasie: vista la natura di questa malattia, andrebbe scelto uno sport che tenga conto dei desideri dei pazienti; con l’attività fisica si porta avanti lo sviluppo psico-fisico del bambino e si contrastano allo stesso tempo gli eventuali effetti collaterali arrecati dalle terapie farmacologiche.
  • Autismo: si consiglia l’ippoterapia, che permette di stimolare il paziente da svariati punti di vista e di fargli sviluppare le abilità controllate dalle aeree del cervello maggiormente affette dalla patologia, quale la comunicazione e l’interazione sociale.

Fonte: Società Italiana di Pediatria

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