Adolescenza, comportamenti a rischio e stato di salute a confronto in 29 paesi

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A cura di Alessandra Caciolli, laureata in Comunicazione Scientifica Biomedica

L’adolescenza è un periodo in cui l’individuo forma la propria personalità ed è spinto a sperimentare ed esplorare se stesso e il mondo che lo circonda. In questi momenti può capitare che l’adolescente si lasci coinvolgere in attività che potrebbero mettere a rischio la propria salute. In particolare, per alcuni giovani che presentano scarse condizioni di salute, queste esperienze adolescenziali potrebbero esser vissute in maniera differente rispetto ad altri.

Si tratta di giovani con cattive abitudini alimentari (in particolare, consumo eccessivo di zuccheri), bassa soddisfazione di vita e scarse condizioni di salute psicosomatica (cioè più inclini a somatizzare il loro malessere psicologico a livello fisico, accusando per esempio mal di testa, mal di schiena, mal di pancia o di stomaco).

Sulla base dei più recenti dati dello studio del 2013/2014 dell’HBSC (Health Behaviour of School Children), la presente analisi, svolta nel corso dei primi mesi del 2016 dall’Ufficio di ricerca UNICEF Innocenti di Firenze, vuole esaminare in 29 paesi diversi i rischi di salute singoli e anche cumulativi (quando vengono assunti dallo stesso soggetto tre o più comportamenti a rischio), dati dall’adozione di comportamenti rischiosi da parte di 180.000 adolescenti tra gli 11 e i 15 anni, con una condizione svantaggiata di salute.

Dai primi risultati si evince che gli adolescenti che soffrono di disturbi psicosomatici, si dichiarano poco soddisfatti della vita e consumano elevate dosi di zuccheri. Questi giovani di conseguenza sperimentano una più bassa percezione di salute. In particolare, la più forte associazione riscontrata è stata quella tra i rischi cumulativi e gli alti livelli di problemi di salute psicosomatici. Nello stesso modo, è coerente anche l’associazione trovata tra la bassa soddisfazione di vita degli adolescenti e il mangiare sano. Questi soggetti tendono tutti a nutrirsi in maniera scarsa e scorretta e ad abusare dello zucchero, primo fattore di rischio associato all’incremento del peso corporeo, dell’obesità, e ad una più alta incidenza di carie dentali. Solo in Grecia e Ungheria l’associazione tra i rischi cumulativi e la soddisfazione di vita sembra essere mediata dallo status socio-economico della famiglia. Questo vale anche per la Danimarca e per Malta, nell’ambito dell’alimentazione. In Estonia, Lettonia e Lituania si rivela invece la più alta prevalenza di bullismo tra gli adolescenti, mentre tra i paesi dell’ Europa dell’ovest, il Belgio riporta avere il maggior numero di adolescenti consumatori di alcol e la Danimarca  la più alta prevalenza di bevitori regolari.

Si evince in generale in tutti i soggetti intervistati che, quando iniziano ad adottare comportamenti rischiosi, presentano una peggiore percezione della propria salute, sia fisica che psicologica. In associazione all’adozione di comportamenti rischiosi, presentano infatti anche una maggiore propensione ai sintomi depressivi, relazionati a loro volta all’uso e abuso di sigarette e marijuana, una maggiore propensione agli atti di bullismo sia attivo che passivo e un maggior consumo di bevande alcoliche.

Questo studio ha permesso di analizzare le esperienze degli adolescenti in riferimento all’adozione di comportamenti rischiosi per la loro salute. I risultati mostrano quindi che il disagio degli adolescenti va osservato, capito e non sottovalutato perché spesso si manifesta attraverso comportamenti visibili. Questi ultimi inoltre risultano avere caratteristiche diverse a seconda del paese di appartenenza, sottolineando quanto sia importante anche considerare l’influenza che la cultura può avere nella propensione ad adottare comportamenti rischiosi per la propria salute. I risultati possono quindi sollecitare gli educatori e gli operatori sanitari a sviluppare un maggior numero di programmi di intervento e prevenzione mirati e volti a migliorare le condizioni e soprattutto la percezione di salute degli adolescenti.

Fonte: UNICEF – Office of Research Innocenti

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