Contraccezione, le figlie si comportano come le madri e scelgono la pillola

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Sono più indipendenti, l’accesso alla rete le ha rese più consapevoli eppure nella scelta del contraccettivo le millennial si comportano più o meno come le loro mamme che sono state Baby- boomer. Per entrambe la pillola continua ad essere il metodo contraccettivo principale nonostante sia utilizzata solo dal 12,5% delle donne italiane e nonostante la disponibilità di tanti altri strumenti. A fotografare i (pochi) cambiamenti tra una generazione e l’altra è una nuova ricerca condotta dall’agenzia Opinion Health per conto di Bayer in 9 paesi europei tra cui l’Italia su un totale di 9mila donne tra i 21 e i 65 anni.

L’obiettivo del sondaggio “Women and contraception: From baby boomers to millennials – has anything really changed?” era valutare quanto fosse realmente cambiata la situazione fra le due generazioni. Dalle risposte raccolte tra novembre 2016 e gennaio 2017, è emerso che, nonostante i notevoli progressi compiuti nel mondo della contraccezione femminile rispetto agli ultimi decenni, la “pillola” rimane il contraccettivo più conosciuto tra le ragazze di età compresa fra i 20 e i 29 anni, insieme al profilattico che è utilizzato solo dal 22% di esse. Oltre la metà delle millennials riporta, inoltre, che il preservativo è il metodo contraccettivo di cui si parla di più, seguito dalla pillola.

Come mai su una questione così importante per la vita sociale e la famiglia non ci sono tante differenze tra mamme e figlie? Secondo i dati raccolti, ciò è da imputare alla carenza di informazioni sull’ampia gamma di opzioni contraccettive disponibili oggi, dovuta a sua volta a un dialogo insufficiente fra le donne e i medici. Il 51% delle baby boomer riteneva di non possedere le informazioni necessarie per intraprendere una scelta consapevole e lo stesso problema viene riferito dal 35% delle millennial, malgrado queste ultime abbiano accesso a più informazioni rispetto al passato.

Inoltre, anche le preoccupazioni riguardo ai metodi contraccettivi sono simili per entrambe le generazioni: dimenticarsi di prendere la pillola ed esporre il corpo a ormoni sintetici rappresentano infatti le prime due fonti di apprensione. Il 41% delle millennial ha riportato la paura di esposizione ad ormoni sintetici come prima barriera all’utilizzo della pillola e il 26% il timore della dimenticanza di assunzione quotidiana; dato simile registrato per le baby boomers, anche se rivelano una maggiore preoccupazione per la dimenticanza rispetto all’assunzione di ormoni sintetici.

Proprio come le loro mamme, il 24% delle millennial, cioè una donna su quattro, ha riferito che a influenzare maggiormente la scelta del primo metodo contraccettivo è soprattutto il dialogo poco proficuo con gli operatori sanitari che, non prendendo in considerazione tutte le opzioni disponibili, alimenta la percezione di non possedere tutte le informazioni necessarie per una decisione consapevole sulla scelta più adatta alle proprie esigenze. Analogamente, il 27% delle baby boomer dichiara che, all’epoca dei loro 20 anni, non si trovava a proprio agio a discutere con il medico le varie opzioni. “Le millennial sono dinamiche e ambiziose. Hanno il pieno controllo della propria vita e amano mettersi alla prova” sostiene Rossella Nappi, professore associato presso la Clinica Ostetrica & Ginecologica dell’Università degli Studi di Pavia. Ma quando si parla di contraccezione si affidano completamente al medico e fanno ancora fatica ad avere le informazioni corrette per un vero dialogo contraccettivo. E’ importante dunque per noi medici impegnarci per promuovere una confronto positivo con le pazienti d una scelta contraccettiva consapevole”. Oltre al medico, gioca ancora un ruolo importante la madre che proprio oggi, più che nel passato, guida la figlia e la influenza nella scelta del metodo contraccettivo più del partner.

Eppure i metodi contraccettivi a disposizione sono tanti dai dispositivi intrauterini,  all’anello vaginale, al cerotto, al diaframma. “Le millennial sono fortunate perché hanno molte più possibilità di scelta rispetto alla generazione delle loro mamme tra cui i numerosi contraccettivi ad azione prolungata, ovvero metodi per i quali non è necessario ricordarsi l’assunzione” commenta Nappi. “Gli operatori sanitari hanno un’enorme responsabilità: devono garantire una condivisione attiva delle informazioni sulle varie opzioni disponibili e aiutare le donne a identificare quella più adeguata al loro stile di vita”. In effetti, le millennial affermano di sapere poco riguardo al funzionamento dei contraccettivi ad azione prolungata (Lac). Il 70% circa di quelle che utilizza o non utilizza i Lac afferma di non averne compreso il funzionamento, mentre il 50% delle baby boomer ha dichiarato di conoscere bene come funziona la spirale al rame.

Fonte: Repubblica.it

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