I BENEFICI DELLA MEDITAZIONE SULLA SALUTE

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di Alice Bortolami, Laureata in Infermieristica, iscritta al CdS in Comunicazione scientifica Biomedica, Sapienza, Roma

La meditazione e le sue tecniche più antiche risalgono ancor prima del II millennio a. C. come risposta pratico-filosofica al binomio dolore-esistenza posta sin dalle prime mistiche indiane. Nata come religione, la meditazione è divenuta popolare anche nel mondo occidentale verso la metà del XX secolo quale tecnica di rilassamento.

Fino a qualche anno fa pensare che la meditazione potesse ricoprire anche un ruolo nei trattamenti medici era considerata una follia, mentre oggi viene dimostrato sempre di più dagli studi scientifici che i benefici non sono solo mentali ma anche fisici. Da diversi anni è ormai chiaro che meditare regolarmente riduce lo stress e l’ansia, regolarizza il battito cardiaco e la pressione, potenzia il sistema immunitario, previene le ricadute nelle dipendenze, riduce la sofferenza nel dolore cronico di malattie quali la fibromialgia, il dolore lombare, la sindrome del colon irritabile fino alla sclerosi multipla, il cancro o la SLA.

Herbert Benson, il fondatore del Mind-Body Medical Institute presso il Massachusset General Hospital di Boston, insieme ad alcuni colleghi ha recentemente pubblicato un articolo  sul New England Journal of Medecine[1] in cui fa il punto della situazione sugli effetti benefici della meditazione e di altre tecniche di rilassamento sulla nostra mente e corpo. Le ricerche pubblicate da Benson hanno dimostrato come la meditazione e pratiche simili abbiano portato molteplici effetti benefici sulla salute quali  una pressione sanguigna e una frequenza cardiaca più regolari e una respirazione più profonda, generando l’avvio di quei meccanismi contrari a quelli che si verificano in situazioni stressanti.

Nei primi anni 60 del Novecento il Dr John Stoeckle , insieme ad alcuni colleghi del Center for Primary Care Innovation,  arrivò alla conclusione che il 60-80% dei pazienti che si sottoponevano a visite dei Medici di Medicina Generale lo faceva per problemi legati allo stress. Molti di questi pazienti erano inizialmente scettici alle pratiche della meditazione come metodica per ridurre lo stress, ma dopo un’attenta guida e una pratica costante di questa disciplina la maggior parte di essi si era sentita meno stressata e meno infastidita dai sintomi per i quali avevano contattato i loro medici.

Come poi suggerito da alcuni studi randomizzati ne è emerso che integrare nel processo di cura queste tecniche di rilassamento ha portato ad un miglioramento della qualità della vita per pazienti che soffrivano di dolore cronico, ansia, depressione, dipendenza da fumo e malattie cardiovascolari riducendo in questo modo anche la necessità di affidarsi intensivamente ad un’assistenza sanitaria. Ad oggi, negli Stati Uniti, il 14% della popolazione afferma di aver utilizzato mind-body practices quali la meditazione o lo yoga.

Visto poi il livello di stress che affigge oggigiorno anche i giovani, gli autori affermano che le tecniche di meditazione sarebbero da integrare pure a livello scolastico poiché è stato dimostrato che queste tecniche hanno portato a miglioramenti nei risultati cognitivi e socio emotivi degli studenti. Inoltre, ne è risultato che, oltre ai potenziali benefici per la salute, le tecniche di meditazione hanno un effetto positivo sulla società, promuovendo l’empatia soprattutto tra i vari operatori sanitari.

Tuttavia, è da sottolineare che queste pratiche non sono per tutti. C’è chi non le abbraccia a causa di motivazioni religiose, chi invece perché è affetto da gravi disturbi mentali che causerebbero difficoltà nel perdere il contatto con la realtà, e chi perché è convinto di avere comunque sempre bisogno cure farmacologiche per superare ogni tipo di disturbo.

In conclusione, gli autori sottolineano che “la medicina mente-corpo dovrebbe essere riconosciuta come potenziale prevenzione primaria e secondaria e, ove possibile integrata nelle cure primarie”. I risultati sono promettenti, e sebbene queste pratiche non sono da considerarsi un rimedio universale ad ogni problematica e non sostituiscono le terapie mediche quando necessarie, sembrerebbe che siano in grado di influenzare direttamente la salute migliorando molte condizioni che possono essere peggiorate dallo stress. Infine, come suggerito dagli autori, le argomentazioni poste sono da validare maggiormente da ulteriori studi per approfondire molti aspetti, specialmente per capire in che modo questi approcci possono essere personalizzabili in base alle esigenze del singolo, e soprattutto se queste pratiche possono effettivamente sostituire l’uso di farmaci o procedure diagnostiche non necessarie.


[1] Dosset M. L., Fricchione  G.L., Benson, H. (2020), A new era for mind-body medicine, The New England Journal of Medicine , 382 (15)

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