Le app per monitorare le mestruazioni, via un tabù e un aiuto per la salute

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Le app per monitorare il ciclo mestruale (ne esistono decine in lingua italiana) hanno contribuito negli ultimi anni a smitizzare le mestruazioni. Flusso abbondante, brufoli che spuntano e pancia gonfia nei fatidici giorni, un tempo innominabili, sono oggi associate a simpatiche icone e certamente le applicazioni hanno dato una mano a liberare le donne, almeno in una parte di mondo, dal tabù delle mestruazioni.

Semplici e intuitive sono utili anche per riferire le informazioni al ginecologo di fiducia.

Questi strumenti sono un raccoglitore di informazioni che permettono non solo di indicare quando sta per arrivare il ciclo con un avviso, ma possono monitorare anche molti altri aspetti legati alle mestruazioni: umore, qualità del sonno, dolori tipici come crampi, mal di testa o seno dolorante e anche il livello di energia o il peso. Inoltre si possono registrare molti dati, come ad esempio quando si ha avuto un rapporto sessuale, se il flusso è leggero o abbondante ed è possibile anche inserire promemoria per ricordarsi di comprare gli assorbenti o di andare dalla ginecologa. Qualche applicazione, più orientata alla contraccezione, permette di inserire un alert per ricordarsi di prendere la pillola. Alcune app, corredate da cuoricini, gattini e icone rosa sono forse più adatte alle adolescenti, altre hanno una grafica più essenziali e vanno bene per tutte le età.

Le app aiutano anche a prevedere l’ovulazione e indicano in quali giorni è più probabile rimanere incinta, ma quasi tutte scrivono chiaramente che non sono uno strumento affidabile per prevenire la gravidanza. «Queste applicazioni sono utili per memorizzare l’andamento del ciclo anche nel lungo periodo, informazione che noi chiediamo sempre alle nostre pazienti, ma che talvolta non sanno riferirci in modo preciso — commenta Giovanni Scambia, presidente della Sigo, società italiana di ginecologia e ostetricia —. Se la tecnologia viene in aiuto per registrare nel tempo la salute riproduttiva di una donna è certamente molto utile». Il professor Scambia però avverte: «Non si può fare affidamento su queste app per prevenire una gravidanza, non sono un metodo contraccettivo, quindi se non si desidera restare incita ci si deve affidare a contraccettivi tradizionali. La previsione del periodo di fertilità può invece essere utile alle donne che vogliono concepire, anche se per questo scopo, per chi ha difficoltà, in genere noi consigliamo test specifici acquistabili in farmacia».

Dello stesso parere anche Anna Maria Paoletti, membro del consiglio direttivo Sigo e professoressa di ginecologia all’Università di Cagliari: «Ribadisco che non sono un metodo contracettivo ma sono utilissime per poter monitorare il ciclo e i disturbi che ne conseguono. Solo il 20% delle donne non ha sintomi pre mestruali, e quelle che li hanno spesso non li associano al ciclo, con il risultato che talvolta si preoccupano pensando a cose ben più gravi. Inoltre molte ragazze non si appuntano il giorno del ciclo e capita che si presentino in ospedale per l’interruzione di gravidanza negli ultimi giorni utili, proprio perché non si rendevano neppure conto che fosse trascorso tanto tempo dall’ultima mestruazione, non sospettando dunque di essere incinte. L’app può essere utile per avere maggiore consapevolezza dei cambiamenti del proprio corpo e ritengo estremamente utile l’opzione che ricorda di assumere la pillola, dal momento che saltare anche un giorno può causare gravidanze indesiderate. Infine, e non ultimo, con queste app cade un tabù: si può tranquillamente parlare di mestruazioni, le ragazze si sentono più libere di quanto sono state le loro madri».

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Fonte: Corriere della Sera

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