UNA DIETA PRIVA DI GLUTINE E’ PER TUTTI?

0

di Alessandra Guglielmino, studentessa del Corso di laurea magistrale in Comunicazione scientifica biomedica, Sapienza Università di Roma

Il glutine è un composto peptidico (legame chimico di proteine) contenuto in alcuni cereali quali grano o frumento, ma anche nella segale, nell’orzo e spesso nell’avena. Il grano è uno degli ingredienti più presenti nella dieta occidentale ed è una delle proteine più consumate. Una dieta priva di questa proteina é solitamente seguita da persone che presentano disturbi all’assunzione di tale proteina (anche intolleranza o allergia al grano).

Escludere il glutine potrebbe avere alcuni benefici per circa 200 mila italiani che soffrono di celiachia. Questa malattia presenta un’infiammazione cronica dell’intestino tenue, e i sintomi più comuni sono: diarrea, costipazione, dolore addominale, senso di gonfiore, anemia e spossatezza. Un’altra fascia di individui che devono condurre una dieta priva di glutine sono coloro a cui è stata diagnosticata la gluten sensitivity (sensibilità al glutine non celiaca). Questi fino qualche anno fa, anche manifestando sintomi simili alla celiachia, venivano considerati “malati immaginari”, in quanto nessun specialista era in grado di fornire una diagnosi. Con il passare del tempo l’attenzione nei confronti di chi soffre di gluten sensitivity è aumentata. Circa 3 milioni di italiani soffrono di gluten sensitivity, e per alcuni esperti è una patologia ben più diffusa della celiachia.

Un gruppo di ricerca internazionale di cui fanno parte anche degli studiosi dell’Università di Bologna Umberto Volta e Roberto di Giorgio, ha sviluppato un lavoro, pubblicato sulla rivista GUT (International Journal in Gastroenterology and Hepatology), nel quale forniscono spiegazioni sui sintomi manifestati dai soggetti con gluten sensitivity. La ricerca condotta ha messo a confronto le molecole contenute all’interno dei prelievi sierologici ottenuti da 40 pazienti celiaci, da 80 pazienti che lamentavano sintomi simili ma senza una vera manifestazione della malattia, e da 40 persone sane. Nei pazienti che manifestavano i sintomi ma senza essere affetti dalla celiachia, il solo contatto di alimenti con glutine con la mucosa intestinale andava a scatenare una risposta immunitaria acuta. Il dato emerso è che tali pazienti (persone affette da gluten sensitivity) erano coloro che  avevano i marcatori di danno alle cellule intestinali con valori più elevati rispetto alle persone affette da celiachia. Gli studiosi dopo la visualizzazione dei marcatori hanno ipotizzato di sottoporre questi pazienti ad una dieta di sei mesi priva di glutine.Al termine del periodo, le persone sono state nuovamente sottoposte al test dei marcatori e si è evidenziato che i vari livelli della risposta immunitaria risultavano normalizzati. (1)  Il risultato di questo studio ha dunque evidenziato la presenza della patologia gluten sensitivity.

Pertanto, quando si decide di iniziare una dieta priva di glutine, è necessario porsi una domanda: il mio corpo necessita di un’alimentazione di questo tipo?

Per coloro che soffrono di queste patologie (celiachia, gluten sensitivity, allergia al grano) la risposta è sicuramente SI, in quanto si avrebbero molti benefici fisici. Per tutti gli altri potrebbe essere una scelta che non porterebbe a benefici. Molti, eliminando dalla propria dieta il glutine, potrebbero ad esempio manifestare un aumento di peso, in quanto le diverse alternative alimentari senza glutine hanno un maggior contenuto di grassi e diverse carenze nutrizionali. Altri, invece, potrebbero presentare una diminuzione del peso, in quanto una dieta priva di glutine offre una scelta ridotta di alimenti, e quindi si ridurrebbe il quantitativo di cibo. In definitiva, i cereali fanno parte di una alimentazione sana ed equilibrata, e fare la scelta di rimuovere tale alimento senza averne la necessità potrebbe portare alla perdita di tutti benefici nutrizionali che contiene.

Coloro che soffrono di celiachia, allergia al grano, gluten sensitivity, per una maggiore consultazione sugli alimenti permessi o non, possono fare sempre riferimento all’AIC (Associazione Italiana Celiachia), che si impegna alla corretta diffusione degli alimenti che possono presentare il glutine al loro interno. Tra le tante iniziative c’è la tabella degli alimenti divisi a seconda della presenta di glutine, e distinti in: “permessi”, “a rischio” e “vietati”. Per un primo riconoscimento sui prodotti al supermercato, invece, bisogna controllare il marchio “Spiga Barrata”, che identifica i prodotti gluten free. Il simbolo posto sulle confezioni dei prodotti alimentari viene inserito in seguito ad accertamenti e controlli da parte proprio dell’AIC. (2)

In conclusione, un maggiore controllo dell’alimentazione in presenza di sintomi, successivamente ad un consulto medico, potrebbe portare benefici. Al tempo stesso, quando si modifica una dieta bisogna essere consapevoli del cambio, riduzione o rimozione di sostanze nutritive che si vanno ad apportare, così da poter gestire la propria alimentazione senza rischi e responsabilmente.

FONTI:

  1. https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/gluten-sensitivity-a-scatenarla-e-uneccessiva-permeabilita-intestinale
  2. https://www.celiachia.it/
Condividi