L’alcol come “autocura”

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A cura di Chiara Borgia, Psicologa e Sessuologa

Da tempo il rapporto tra i giovani e l’alcool è sotto i riflettori delle istituzioni. Genitori, insegnanti, educatori e psicologi sono sempre più preoccupati per l’utilizzo che i giovani fanno di bevande alcoliche, specie durante il weekend, quando si ritrovano in gruppo nei pub e nei locali dove si fa vita notturna. Nonostante le raccomandazioni e l’impegno delle istituzioni con campagne che invitano al “bere responsabile” il fenomeno non accenna a diminuire.

Ma perché i giovani esagerano con l’alcool?

Sembra che le principali motivazioni che spingono i ragazzi ad alzare il gomito siano il divertimento con gli amici e l’euforia data dalle massicce dosi di alcool. Alcuni di loro però lo usano anche per sentirsi più integrati e a loro agio all’interno del gruppo di amici e per dimenticare i problemi.

Sembra che bere per mettere a tacere le emozioni negative sia piuttosto diffuso tra i giovani che in questa delicata fase della vita sono più fragili. È il caso degli adolescenti che hanno a che fare con dubbi e incertezze sull’identità sessuale, i quali sperimentano un numero maggiore di emozioni negative a causa del rifiuto e del disagio per la mancanza di accettazione da parte del gruppo di amici e/o in famiglia.

Esagerare con gli alcolici può allora diventare un modo per fronteggiare lo stress psicologico dovuto alle pressioni sociali. Tuttavia, quando questi comportamenti non sono episodi isolati, ma condotte strutturate e ripetute nel tempo, si corre il rischio di sviluppare una vera e propria dipendenza, con tutte le conseguenze che questa può avere durante la giovane età.

Uno studio pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Sex Research e condotto su 703 adolescenti in Germania ha verificato se e per quale motivo gli adolescenti che si identificano come appartenenti ad una minoranza sessuale (omosessuali e bisessuali) tendono a bere più alcolici se comparati a quelli con orientamento eterosessuale.

Per verificare questa ipotesi i ricercatori hanno intervistato ragazzi e ragazze della scuola secondaria chiedendo loro di rispondere a domande riguardanti il loro orientamento sessuale e le loro abitudini connesse al consumo di alcool. Al fine di individuare le motivazioni sottostanti il consumo e l’abuso di alcolici, i ricercatori hanno poi chiesto a ciascun partecipante di rispondere a domande che indagavano quante volte avevano bevuto perché si sentivano depressi o nervosi e/o per evitare di sentirsi esclusi.

Dai risultati è emerso che la maggior parte di loro tende a bere alcolici durante i weekends e che non ci sono differenze tra eterosessuali, omosessuali e bisessuali per quanto riguarda questa abitudine. Sono invece emerse delle differenze riguardanti le motivazioni legate all’uso e abuso di alcool. Gli adolescenti che si sentono attratti da persone dello stesso sesso, specialmente i maschi, tendono, in misura maggiore rispetto a quelli che si identificano come eterosessuali, a bere per “dimenticare i problemi” e per “aderire alle norme del gruppo”.

Secondo gli studiosi non è una novità che i giovani appartenenti a minoranze sessuali siano più a rischio di utilizzare l’alcool come una forma di “autocura” per alleviare la sofferenza psicologica. La ricerca nel campo ha infatti da tempo evidenziato come in questo gruppo ci sia un rischio maggiore di sviluppare modalità disfunzionali di affrontare i problemi e in generale una peggior salute mentale, a causa dell’insicurezza sul proprio orientamento sessuale, sulla propria identità di genere e per il fatto di essere spesso vittime di bullismo e comportamenti discriminatori.

Sono questi i motivi per cui secondo gli studiosi le campagne e gli interventi per la prevenzione dell’abuso di alcool tra gli adolescenti dovrebbero porre una specifica attenzione alle minoranze sessuali. L’obiettivo dovrebbe essere quello di aiutarli a prendere consapevolezza delle motivazioni che li spingono ad abusare di alcool e al tempo stesso incoraggiare lo sviluppo di migliori strategie di soluzione dei problemi e di gestione delle emozioni negative.

Gli interventi dovrebbero inoltre affrontare tematiche purtroppo spesso tralasciate durante i già poco frequenti progetti di educazione sessuale ed affettiva, come ad esempio la formazione dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e il problema dell’omo-transfobia.

Fonte: The Journal of Sex Research

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