CIBO E ADOLESCENZA : È POSSIBILE EDUCARE ATTRAVERSO IL WEB?

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di Alice Bortolami, Laureata in Infermieristica, iscritta al CdS in Comunicazione scientifica Biomedica, Sapienza, Roma

I DCA ( disturbi del comportamento alimentare) sono uno dei problemi più frequenti che accomunano i giovani e gli  adolescenti dei paesi occidentali. Secondo i dati Istat 2019 si parla di circa 2 milioni di giovani, e l’età scende sempre di più.

Anoressia, bulimia, binge-eating, obesità  sono alcune delle gravi patologie che si stanno diffondendo tra i giovani, a causa dei  modelli culturali di appartenenza, dai prototipi femminili stereotipati che propongono i media, dalle figure genitoriali e di una continua ricerca di autonomia, di perfezione e soprattutto di compiacimento da parte dei propri coetanei.

Gli adolescenti, che oggi vivono di internet e di app, oltre a dover affrontare i cambiamenti fisici della particolare fase della vita che attraversano si trovano a fronteggiare anche cambiamenti psichici che investono la sfera personale e il rapporto con il mondo esterno.

Le conversazioni che prima avvenivano face to face hanno ora come palcoscenico proprio il mondo digitale: internet è il principale canale di comunicazione, condivisione e fonte di reperimento d’informazioni per i giovani. Non si può dunque ignorare l’ampia diffusione dei nuovi canali digitali quali strumenti di comunicazione, condivisione emozionale e divulgazione tra i più giovani. L’informatizzazione è dilagata, non solo nelle case ma anche all’interno delle scuole stesse dove sempre più tecnologie si affiancano e talvolta sostituiscono addirittura i tradizionali metodi di insegnamento.

Proprio su queste basi, è emersa la necessità di  creare programmi tramite il web che possano svolgere un azione preventiva dell’ambito dei DCA, tantoché lo sviluppo di interventi efficaci è una priorità  nell’ambito della promozione e prevenzione  della salute ed esistono metodi standard validati per determinare se un intervento è o non è stato efficace.

A sostegno di quanto detto, un recente studio del 2019[1] pubblicato sull’ European Journal of Public Health afferma che grazie all’utilizzo di Internet i programmi di prevenzione dei disturbi alimentari riescono a raggiungere un vasto numero di adolescenti. Lo studio ha preso in esame  la letteratura pubblicata dal 2000 ad aprile 2009 su 3 database elettronici: PubMed, PsycInfo e Web of Science per un totale  di 2404 articoli dei quali solo 22 sono stati poi presi in esame per il lavoro svolto ( tramite un lavoro di inclusion- exclusion criteria). Il lavoro in questione, svolto tramite una revisione di letteratura, si è servito dello schema RE-AIM, un metodo preposto a validare l’impatto sulla salute pubblica di tali programmi/interventi che esamina 5 dimensioni: reach (capacità di raggiungere la popolazione standard), efficacy ( effetti degli interventi sulla salute dei partecipanti), adoption ( capacità di coinvolgere un gran numero di organizzazioni disposte a offrire intervento), implementations ( coerenza e costi degli interventi) e  maintenance ( mantenimento nel tempo degli effetti ottenuti individuali e la sostenibilità dell’intervento a livello organizzativo).

Ne è emerso che, negli ultimi 20anni sono stati sviluppati numerosi programmi basati su internet per prevenire i disturbi alimentari negli adolescenti. Tra gli altri val la pena citare ProYouth, un portale creato a livello europeo destinato agli adolescenti, dove trovare informazioni e ricevere sostegno da esperti, o l’americano Staying Fit il cui obiettivo principale è quello di educare i ragazzi ad una sana alimentazione, allo sport ed incoraggiarli a mettere in pratica le informazioni riguardo la salute alimentare apprese.

Tutti gli studi presi in considerazione hanno utilizzato la scuola come luogo principe in cui distribuire materiale informativo e dare le prime informazioni, anche grazie al supporto degli esperti nei DCA ed alla possibilità di approcciarsi a piattaforme online per capire meglio e affrontare queste problematiche. Infatti,

in alcuni tra questi studi si è visto che oltre a distribuire informazioni ( volantini/brochure), la scuola  si è avvalsa di esperti nel settore per organizzare incontri tematici face to face con gli studenti e per seguirli attraverso un programma di followup. Infine, per quanto riguarda il criterio maintenance, è emerso che il coinvolgimento dei genitori, l’uso della mobile technology, della realtà virtuale e della gamification sono risultati fattori che hanno influenzato positivamente il mantenimento dei risultati ottenuti dai programmi di prevenzione.

Importante risulta però educare i giovani anche a saper utilizzare il web in maniera consapevole in quanto può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Oltre alle molte app, o programmi web di prevenzione della salute alimentare,  è facile per i  ragazzi imbattersi in siti web che possono minacciare la loro salute , come ad esempio “pro-ana” e “pro-mia”. Molti siti, infatti, sembrano collocarsi in un’area grigia: professano di voler offrire supporto a chi cerca di curare il proprio disturbo, ma in realtà in qualche modo offrono consigli su come protrarlo.

Se, tramite il web, si forniscono strumenti idonei a diagnosticare, o semplicemente a conoscere e riconoscere i  segnali di disagio quando ancora sono tali, allora si sarà compiuta quell’opera di sensibilizzazione che è alla base di ogni serio programma di prevenzione primaria. Mentre, gli adulti, gli insegnanti e gli esperti possono, dal canto loro, facilitare il processo di crescita e maturazione stimolando l’adolescente a prendersi responsabilità circa il proprio comportamento, ad auto progettarsi e dunque ad evolversi.

Concludendo, la prevenzione nelle scuole resta uno dei campi di azione più̀ incisivo contro la diffusione delle patologie del comportamento alimentare. Saper comprendere e riconoscere determinati segnali può̀ consentire una diagnosi precoce e, quindi, una possibilità̀ maggiore di guarigione. All’interno di un complesso lavoro d’ équipe resta comunque centrale il ruolo dei genitori, degli insegnanti e degli esperti anche nel far capire che i DCA sono patologie delle quali non ci si deve vergognare ma che vanno affrontate e combattute perché́ curabili. Tuttavia, non è ancora ben chiaro in quale misura le scuole siano disposte ad adottare interventi preventivi internet-based, e in quale misura questi siano trasferibili in contesti e aree geografiche diversi.


[1] Zeiler, M., Kuso, S., Nacke, B., Klesges, L. M., & Waldherr, K. (2019). Evaluating reach, adoption, implementation and maintenance of Internet-based interventions to prevent eating disorders in adolescents: a systematic review. The European Journal of Public Health30(1), 179–188. 

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