«Prevenire è Vivere»: la prevenzione come braccio armato dell’oncologia

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di Giulia Gallo, studentessa del Corso di laurea magistrale in Comunicazione scientifica biomedica, Sapienza Università di Roma

Ogni anno dal 13 al 21 di marzo, la Lega italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) promuove la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica (SNPO), istituita con il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2001. [1]

Ad oggi sappiamo che un gran numero di neoplasie può essere trattato con successo fino alla regressione se “preso per tempo”. Per questa ragione, l’obiettivo della SNPO è fare prevenzione, ovvero mettere in atto quell’insieme di interventi attuati con lo scopo di promuovere e conservare lo stato di salute della popolazione, evitando l’insorgenza della malattia. In ambito oncologico, per impedire da un lato lo sviluppo del tumore e dall’altro il suo peggioramento, diventano fondamentali la prevenzione primaria e secondaria.

Le evidenze scientifiche hanno dimostrato quanto sia determinante l’ambiente e lo stile di vita nelle condizioni di salute degli individui, e fare prevenzione primaria significa essere in grado di eliminare o ridurre tutti quei fattori di rischio che possono provocare l’insorgenza della patologia oncologica. Da qui, la necessità di saper comunicare alla popolazione quali sono i corretti stili di vita da seguire, quanto possano essere nocivi comportamenti molto diffusi come il fumo di sigaretta o il consumo eccessivo di alcolici, o ancora l’importanza di evitare una vita sedentaria praticando sempre una corretta e costante attività fisica. Tutte queste sono azioni che possono realmente ridurre il rischio di sviluppo di cancro.

Ma in ambito oncologico, è la prevenzione secondaria che diventa fondamentale: l’obiettivo è fare una diagnosi precoce alla persona che si trova in uno stadio iniziale della malattia. Diagnosticare anticipatamente alla comparsa di segni e sintomi una neoplasia aumenta la probabilità di poter mettere in atto trattamenti e terapie di successo, che possono incrementare la possibilità di sopravvivenza e di regressione della malattia.  

Per fare prevenzione secondaria contro i tumori, la nostra arma è il test di screening. Gli screening sono degli esami condotti su larga scala nella popolazione al fine di identificare la malattia – o anomalie dalle quali la malattia potrebbe svilupparsi – in modo precoce, quindi prima che si manifestino segni e sintomi della patologia. [2]

Attualmente in Italia i programmi nazionali di screening sono tre: il pap-test per l’identificazione del virus HPV, che ad oggi è causa del quasi 100% dei carcinomi cervicali; la mammografia, per diagnosticare precocemente il tumore al seno ed infine il test di screening del sangue occulto nelle feci per diagnosticare il cancro del colon-retto. [3]

E proprio in questo periodo che stiamo vivendo diventa ancor più importante parlare di prevenzione in ambito oncologico: la pandemia da Covid-19 ha avuto un impatto gravissimo sui malati di cancro, comportando un ritardo nella diagnosi e, di conseguenza, nella cura di molte neoplasie. 

In conclusione, affinché il cancro diventi sempre più una malattia curabile, è necessario saper comunicare e diffondere nella popolazione l’importanza di questi interventi, che partono dal vivere quotidiano attraverso stili corretti fino ai controlli medici periodici.

Ricordiamo, non solo in questa settimana ma in ogni azione che ha a che fare con la nostra salute, che «prevenire è vivere»!

Fonti  

[1] https://www.lilt.it

[2]https://www.airc.it/cancro/prevenzione-tumore/guida-agli-screening/che-cosa-sono-gli-screening

[3]http://www.salute.gov.it/portale/donna/dettaglioContenutiDonna.jsp?lingua=italiano&id=4511&area=Salute+donna&menu=prevenzione

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