Alfabetizzazione sanitaria: istruzioni per l’uso

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di Giulia Ferrante, CdS Comunicazione scientifica Biomedica, Sapienza Università di Roma

La salute di una popolazione dipende da più fattori, tra cui: il patrimonio genetico, l’ambiente, lo stile di vita degli individui e il risultato delle interazioni con le altre persone, il reddito, il contesto sociale e culturale, il grado di istruzione e il sistema sanitario del paese di appartenenza.[1] Le condizioni in cui si nasce, si cresce, si vive, si lavora e si invecchia sono note come “determinanti sociali della salute” e contribuiscono significativamente a definire il rischio di malattia e l’aspettativa di vita di ogni persona.[2] Anche se negli ultimi decenni la salute generale della popolazione europea è migliorata, esistono differenze tra gli status socio-economici degli abitanti dello stesso paese e tra quelli di paesi diversi che si associano e si riflettono in disuguali condizioni di salute, creando iniquità sanitarie non trascurabili.[3]   

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce un altro determinante della salute rilevante, rappresentato dall’alfabetizzazione sanitaria, definita come l’insieme delle abilità cognitive e sociali che permettono agli individui di accedere, comprendere ed utilizzare le informazioni in modo da promuovere il proprio stato di salute e preservarlo, adottando uno stile di vita sano. Nella società attuale la capacità critica degli individui è minata dall’enorme quantità di informazioni disponibili e di facile accesso sul tema salute, spesso inesatte e/o fuorvianti e che possono condurre verso scelte sbagliate e comportamenti rischiosi. Per aumentare la consapevolezza degli individui e permettere loro di comprendere le indicazioni fornite dai professionisti della salute e di discernere una notizia di fonte affidabile da una fake news, sarebbe opportuno inserire l’alfabetizzazione sanitaria nei programmi di formazione scolastica.[4]

Durante la fase adolescenziale si iniziano ad adottare comportamenti che possono ottimizzare o danneggiare il proprio stato di salute, inoltre in questo periodo di crescita individuale si prendono decisioni fondamentali per l’eventuale proseguimento degli studi e per il futuro percorso da intraprendere.[5] È noto che il grado di istruzione sia correlato alle scelte sanitarie che si compiranno in età adulta[6], le quali andranno inevitabilmente ad impattare sulle differenze di salute tra i gruppi sociali. Per esaminare tali disuguaglianze, in un recente studio è stato analizzato il ruolo dell’alfabetizzazione sanitaria nell’associazione tra il rendimento scolastico e il consumo di sostanze, in particolare l’abitudine al fumo settimanale, l’assunzione di alcol e l’utilizzo di cannabis tra gli adolescenti di alcuni paesi europei. Dai principali risultati è emerso che un basso rendimento scolastico e una debole alfabetizzazione sanitaria sono associati a una maggiore prevalenza di fumo settimanale e di consumo mensile di alcol e cannabis. Dunque basso rendimento scolastico e debole alfabetizzazione sanitaria giocano un ruolo significativo nella disparità dell’uso di sostanze. In generale, il suggerimento è che migliorare l’alfabetizzazione sanitaria degli studenti possa essere utile nella prevenzione del consumo di sostanze nocive.[7]

Risulta evidente la necessità di integrare l’educazione per la salute nei programmi scolastici al fine di permettere il raggiungimento e il mantenimento di un completo stato di benessere a partire dalle fasi adolescenziali della vita fino a giungere all’età adulta. Le scelte quotidiane e l’adozione di un determinato stile di vita dipendono dai singoli individui e si riflettono in tutto ciò che li circonda – ambiente, scuola, lavoro, casa, famiglia – condizionando immancabilmente la sfera sociale, psicologica e culturale di ognuno e del gruppo dei propri pari. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si impegna per colmare il divario generato dalle disuguaglianze sanitarie ed agisce sui determinanti socioeconomici della salute con l’obiettivo di migliorare il benessere delle popolazioni e ridurre le disparità. A tal proposito, nell’ultimo rapporto “L’alfabetizzazione sanitaria nel contesto della salute, del benessere e dei risultati dell’apprendimento – il caso dei bambini e degli adolescenti nelle scuole”[8] relativo all’anno 2021,  si sostiene l’importanza e la possibilità di inserire l’educazione sanitaria nei curricula scolastici, evidenziandone l’assenza in molti paesi europei. Indirizzare i bambini e i ragazzi verso scelte consapevoli è fondamentale nella prevenzione di abitudini scorrette e delle conseguenti disparità di salute.

La promozione della salute è un percorso che dovrebbe durare tutta la vita di un individuo, così da garantirgli le opportunità e le capacità per raggiungere il più alto standard di salute possibile.


[1] https://www.euro.who.int/en/health-topics/health-determinants/pages/health-determinants

[2] https://www.euro.who.int/en/health-topics/health-determinants/social-determinants

[3] http://www.centrosaluteglobale.eu/ridurre-le-disuguaglianze-attraverso-i-determinanti-sociali-della-salute/

[4] https://www.euro.who.int/en/health-topics/health-determinants/behavioural-and-cultural-insights-for-health/news2/news/2021/12/health-ought-to-be-a-skill-a-poetic-tribute-to-health-literacy

[5] https://link.springer.com/article/10.1186/1471-2458-13-711#ref-CR13

[6] https://www.euro.who.int/en/publications/abstracts/impact-of-health-and-health-behaviours-on-educational-outcomes-in-high-income-countries-the-a-review-of-the-evidence

[7] https://academic.oup.com/eurpub/advance-article/doi/10.1093/eurpub/ckab213/6497616

[8] https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/344901/WHO-EURO-2021-2846-42604-59268-eng.pdf?sequence=1&isAllowed=y

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