Salute mentale e pandemia: dalla parte dei giovani

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di Giulia Ferrante, Cds Comunicazione scientifica biomedica, Sapienza Università di Roma

Nel 2018 l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva evidenziato un aumento dei disturbi mentali nella popolazione globale, con gravi conseguenze sociali ed economiche. In particolare, lo stato di sofferenza presente in tutte le fasce di età comprendeva disturbi psicotici, dell’umore, di ansia e dell’alimentazione, sfociando in problemi di dipendenza da sostanze da abuso e compromettendo le attività quotidiane sia negli ambienti familiari che lavorativi.[1]

La metà delle patologie psichiche inizia a manifestarsi dai 14 ed entro i 25 anni di età, infatti il dato allarmante era che circa il 10-20% delle persone affette da disturbi mentali era rappresentato da bambini e adolescenti, nuocendo al loro sano e adeguato sviluppo. Pertanto, è risultato fondamentale iniziare ad intervenire con attività di cura e prevenzione della salute mentale, rivolgendosi alle scuole, alle famiglie e alle comunità locali, al fine di aumentare la consapevolezza sul tema e permettere ai più giovani la gestione delle emozioni e delle proprie incertezze.[2]

Il perdurare della pandemia da Covid-19 dall’anno 2020 ad oggi ha interferito negativamente sugli adolescenti e sui disturbi già preesistenti, peggiorando il loro modo di affrontare gli eventi e le sfide quotidiane, nel panorama delle nuove regole e restrizioni in cui si sono trovati costretti. I dati, infatti, non sono incoraggianti: secondo un rapporto dell’UNICEF i disturbi della salute mentale (depressione, ansia, disturbi alimentari, deficit di attenzione e iperattività) sono ora presenti nel 16,3% dei giovani europei tra i 10 e i 19 anni di età.[3]

Inoltre, in un recente studio che ha coinvolto 19 paesi dell’Europa, sono stati analizzati i dati di 8 milioni di chiamate di assistenza telefonica per problemi di salute mentale durante la pandemia, ed è risultato che i motivi principali di richiesta di aiuto erano dovuti a sentimenti di ansia e solitudine.[4]

L’Unione Europea ha istituito il 2022 come “Anno europeo della gioventù”, con il proposito di supportare gli adolescenti e per offrire loro nuove opportunità di inclusione e ausilio, attraverso programmi mirati che volgano al benessere e ad un futuro di ottimismo e fiducia. Gli obiettivi comprendono: il sostegno alla nuova generazione nella transizione verso prospettive verdi e digitali; l’ incoraggiamento a partecipare attivamente come fautori e protagonisti di un cambiamento positivo e la promozione di attività orientate verso lo sviluppo personale, sociale e professionale.[5]

Per implementare i progetti di supporto e superare l’impasse creato dalla pandemia, è necessario ripartire con un approccio che renda accessibili ai giovani le attività di promozione e prevenzione della salute mentale, in particolare nei loro ambienti quotidiani, come scuola e università. Integrare l’insegnamento delle abilità sociali ed emotive significherebbe aumentare la consapevolezza su un corretto stile di vita ed educare i ragazzi ad adottare comportamenti positivi verso se stessi e verso i propri pari, anche per riconoscere e gestire adeguatamente eventuali problemi di salute mentale e l’insorgenza di patologie psicotiche. Sarebbe opportuno includere tutti i giovani in programmi di sensibilizzazione sul tema, e fornire inoltre strumenti mirati e personalizzati agli adolescenti affetti da tali disturbi.

Al fine di ottimizzare e adattare le iniziative al target di riferimento, è importante che i giovani partecipino attivamente e si impegnino alla causa. Un buon esempio è rappresentato dalla campagna “Youth against COVID-19”[6], Fondo delle Nazioni Unite, basata sulla condivisione di materiali con gli adolescenti al fine di rendere tutti i ragazzi protagonisti di contenuti-video sul tema della salute mentale, e aumentare la consapevolezza sul Covid-19. Questo progetto ha creato una preziosa connessione tra pari durante il periodo di pandemia, e ha permesso loro di confrontarsi e di contribuire per aiutare gli amici, i parenti e la comunità nel suo insieme.[7]

L’auspicio è che le iniziative guidate dai giovani siano di buon esempio per le organizzazioni, in modo che queste si impegnino nel supportare i progetti esistenti e nello sviluppo di validi sostegni per gli adolescenti, con l’obiettivo di garantire loro un futuro più sano, solido e soddisfacente e perché i ragazzi non si sentano più soli nell’affrontare le sfide quotidiane.


[1] https://www.epicentro.iss.it/mentale/WorldMentalHealthDay2018

[2] https://www.epicentro.iss.it/mentale/mentale

[3] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2666776221002921?via%3Dihub

[4] https://www.nature.com/articles/s41586-021-04099-6

[5] https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_21_5226

[6] https://prezi.com/cms/landing/youthagainstcovid19/

[7] https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2666776221002921?via%3Dihub

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