Adolescenti, la prima volta dal ginecologo. I consigli per le madri

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Il momento giusto per affrontare la prima visita dal ginecologo? Già a 13 – 15 anni, secondo l’American College of Obstetricians and Gynecologists qui da noi in genere quando inizia l’attività sessuale, 17 anni mediamente. Ma 13 o 17, ma pure 20 o 30, la prima volta dal ginecologo intimidisce. E inquieta un poco.  Le ragazze, e  qualche volta anche le madri, che vorrebbero sostenere e preparare le figlie, ma non è detto sappiano cosa dire  né come dirlo. Tant’è che negli Stati Uniti i ginecologi della  LifeBridge Health di Baltimora, hanno stilato alcuni consigli, semplici, chiari, per aiutare le madri ad aiutare le figlie in procinto di affrontare per la prima volta il  medico delle donne.

Parlare. La prima indicazione, secondo i ginecologi dell’adolescenza della LifeBridge, è spiegare alla propria figlia perché andare dal ginecologo. In assenza di malattie, dolori o fastidi, e magari di un ragazzo, potrebbe essere difficile far capire a una teenager le ragioni di una visita medica.  E d’altra parte i medici di medicina generale americani in effetti hanno pubblicato una ricerca che dice che le visite senza motivo non migliorano la salute delle donne.  Dire allora chiaramente che  non sempre si va dal medico quando si è ammalate, o quando già si hanno problemi, e che in particolare proprio lo studio del ginecologo può essere un luogo accogliente, per fare domande e ricevere risposte sulla salute, sulla contraccezione. In una parola sulla prevenzione.

Lo stile di vita. Poi, spiegare alla ragazza che la prima visita è spesso soltanto l’occasione per avviare una relazione col medico, raccontargli la propria storia. A questo proposito è buona regola indicarle in anticipo quali potrebbero essere le domande che le verranno poste: eventuali malattie che ha avuto, informazioni sulle mestruazioni, data della prima comparsa, regolarità, intensità del flusso, se sono dolorose oppure no. Stile di vita: fumo, alcol, sport, alimentazione. E se ha un ragazzo o no.

La visita. La visita vera e propria, è senz’altro il momento che si teme di più, che genera il massimo imbarazzo. Dire allora subito con chiarezza che l’esame fisico rappresenta solo una parte dell’appuntamento col medico. E soprattutto che la visita ginecologica vera e propria in una giovane donna senza disturbi può non essere eseguita nel corso della prima visita, che spesso è un incontro solo parlato. Tuttavia, soprattutto se la ragazza ha già una vita sessuale le si potrà dire che potrà ricevere un controllo medico delle mammelle passando infine all’ispezione dei genitali interni. Ma non sempre questo accade.

Durante la visita prestare attenzione alle espressioni della ragazza e non esitare in caso di dubbio a sospendere il tutto. Se alla fine della visita la ragazza prova disagio prendere in considerazione l’idea di farle cambiare ginecologo. Una prima visita imbarazzante può compromettere eventuali cure future.

Il parere dell’esperta. “In linea generale non ha senso andare dal ginecologo prima dell’inizio dell’attività sessuale. A meno naturalmente che non ci siano sintomi di malattia o disturbi: perdite anomale, fastidi, prurito, secchezza.  L’idea dei medici Usa della prima visita ginecologica tra i 13 e 15 anni è un forzatura, probabilmente un’operazione di marketing”, spiega Elisabetta Canitano, ginecologa della Asl Roma 3, presidente di vitadidonna.it, un portale  dedicato alla salute femminile.

La contraccezione. “Per accedere alle informazioni sulla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e sulla contraccezione  le ragazze, e anche i ragazzi, hanno altri canali: la scuola per esempio, come succede in molti paesi ma in effetti mai abbastanza nel nostro. E i consultori, che invece noi abbiamo nei quali – spiega la ginecologa –  per gli adolescenti e i giovani fino ai 24 anni sono previsti spazi dedicati, con personale sanitario che fornisce informazioni e, qualora ce ne fosse bisogno, indirizza le ragazze (e anche i ragazzi) a una visita medica. Per accedervi non servono appuntamenti né danaro, perché il servizio è aperto e completamente gratuito”.

La presenza delle madri. . Una domanda che probabilmente molte madri si pongono, specialmente quelle delle ragazze più giovani, è se accompagnare o meno le figlie. “Non c’è una regola valida per tutte – ragiona la ginecologa -. Dipende dalla relazione che si ha con la propria figlia. In linea generale però le madri farebbero bene a mettere le figlie in condizione di andare da sole per escludere la possibilità di creare imbarazzo, e limitare la sincerità di un incontro, che invece deve essere aperto, per essere davvero efficace. E poi c’è il fatto che le madri tendono a portare le figlie dal proprio ginecologo, spesso uno specialista privato. Questo – conclude Canitano – potrebbe limitare la libertà delle ragazze a recarvisi in futuro in autonomia. In linea di massima le ragazze non dispongono di danaro”.

Fonte: Repubblica.it

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