Anoressia: “Io sottraggo”, arte e scienza per parlare di disturbi alimentari

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È stata a lungo associata alle donne adolescenti. Ora l’anoressia colpisce anche i maschi (un malato su 10 è maschio) ed è diffusa anche tra la popolazione adulta. Ognuno ha la sua storia personale, ma la maggior parte di chi soffre di anoressia riferisce di avere affrontato importanti difficoltà familiari, eventi stressanti e pressioni esterne. Perdita di peso per una qualche causa, e soprattutto l’essersi messe a dieta sono gli antecedenti più immediati della malattia.

Le persone coinvolte, oltre al dimagrimento, possono riportare anche la perdita dei capelli e, con il tempo, dei denti. Sono frequenti anche disfunzioni cardiovascolari e renali; nelle donne molto spesso provoca il blocco del ciclo mestruale, sino all’infertilità. Se ne è parlato durante gli incontri organizzati da SpazioCima a Roma, nel corso della settimana “Io Sottraggo”, progetto artistico e di sensibilizzazione di Roberta Cima sui disturbi del comportamento alimentare a cui hanno preso parte testimonianze medici, psichiatri e specialisti.

«Tra le complicanze endocrine – spiega Silvia della Casa, specialista in Endocrinologia e in Pediatria, responsabile dell’ambulatorio di “Endocrinologia dell’alimentazione” del Policlinico Gemelli, Roma – c’è la amenorrea (che spesso ma non sempre, regredisce con il recupero del peso), l’osteoporosi (che frequentemente lascia conseguenze irreversibili) e la riduzione della funzionalità tiroidea. Tutti gli organi soffrono ma il danno cardiaco é il più preoccupante potendo portare la paziente a morte. L’approccio terapeutico deve essere multidisciplinare  e deve comprendere almeno lo  psichiatra/psicoterapeuta  e l’endocrinologo/nutrizionista in modo da realizzare la cura della malattia (che richiede un tempo in genere lungo) senza trascurare la prevenzione dei danni organici e il pronto riconoscimento di criticità fisiche che richiedono il ricorso ad un ricovero salva-vita».

Fonte:healthdesk

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