Una persona con HIV su 7 non sa di essere stata infettata

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Una persona con Hiv su sette nell’Unione europea non sa di essere stata infettata. Intanto l’Organizzazione mondiale della sanità ha appena lanciato l’allarme della più grave epidemia in Europa, per il picco di casi in Russia,  paese al mondo in cui l’Hiv si diffonde di più. Il numero di pazienti risultati positivi al test e ancora in vita (il dato è di fine settembre) sono 854.157, con 95.475 nuovi casi nel 2015 e 75.962 nei primi nove mesi di quest’anno.

 “L’Hiv e l’Aids sono un problema grave in Europa. Il Centro europeo di prevenzione e del controllo delle malattie  (Ecdc) che una persona su 7 con Hiv non sa di essere stato infettato. E’ un dato molto inquietante”, commenta il commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis. Il dato riguarda 28 paesi della Ue e l’Islanda, la Norvegia e il Liechtenstein. “Coloro che non sanno di avere l’Hiv non potranno usufruire di quei trattamenti salva vita e continueranno a trasmettere il virus“, ha aggiunto Andriukaitis.

In questi paesi il 47% dei casi ricevono una diagnosi  troppo tardi, in media 4 anni dopo l’infezione.  In questi 31 Stati, i rapporti sessuali tra uomini sono il primo mezzo di trasmissione del virus (42% delle diagnosi), mentre le relazioni eterosessuali riguardano il 32% dei casi e la tossicodipendenza il 4%.

Il 2015 è stato un anno record per la diffusione del virus nel continente europeo: 153.407 casi rispetto ai 142.000 dell’anno precedente.

La Russia, dove il problema resta un tabù, concentra quasi due terzi dei casi (64%). Circa l’80% delle persone con Hiv si trova nei paesi dell’Europa dell’Est, il 3% nel Centro Europa e il 18% negli Stati dell’Ovest.
In Russia il numero di casi ha cominciato ad aumentare drasticamente nel biennio 1997-98, soprattutto fra i tossicodipendenti. Il 58 per cento dei casi di Hiv riguarda infatti tossicodipendenti che usano siringhe per il consumo di stupefacenti (il dato è del 2014). L’uno per cento della popolazione russa di età compresa fra i 15 e i 49 anni ha una diagnosi di Hiv, ma i finanziamenti pubblici sono sufficienti per curare 261,557 pazienti, meno di un terzo del totale. I casi sono seguiti a uno stadio troppo avanzato, contro le linee guida dell’Oms che prevede l’inizio delle terapie non appena viene fatta la diagnosi. In tutto il paese, ci sono meno di cento centri per la cura dell’Aids.

L’Oms ricorda anche quanto il problema sia forte in Ucraina, Biolorussia, Estonia, Moldavia, Lettonia e Georgia. “Nonostante gli sforzi importanti, l’Hiv suscita preoccupazione per la salute pubblica in Europa, soprattutto nell’Est”, ha dichiarato Zsuzsanna Jakab, direttrice regionale dell’Oms. Jakab ha lanciato un appello ai governi europei per mettere in pratica al più presto il piano d’azione adottato a settembre, che prevede l’accesso ai test e una maggiore prevenzione.

Fonte: La Repubblica

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