Sesso prima dello sport: è davvero vietato?

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La convinzione che gli atleti debbano astenersi dai rapporti sessuali in prossimità delle gare è uno dei falsi miti più duri a morire, in ambito sportivo. Ma che cosa c’è di vero? Ben poco, stando a una revisione di centinaia di studi scientifici pubblicati su questo tema.

Laura Stefani, del Dipartimento di Medicina Sportiva dell’Università di Firenze, ha passato in rassegna oltre 500 studi scientifici che indagano la relazione tra attività sessuale, sport, astinenza e risultati in gara. Tra questi, soltanto nove, pubblicati negli ultimi 60 anni, sono parsi davvero rilevanti e centrati sul tema: ben pochi, considerando che questa superstizione era già diffusa nell’antica Grecia.

Nel primo secolo dopo Cristo, il medico greco Areteo di Cappadocia scriveva che trattenere il liquido seminale all’interno del corpo poteva intensificare la forza maschile. Anche Platone sosteneva che gli atleti olimpici dovessero astenersi dall’intimità prima dei Giochi. Oggi, questa convinzione è spesso sostenuta dagli allenatori; ma se alle Olimpiadi di Rio sono stati distribuiti tra gli atleti 450 mila profilattici, evidentemente non è così valida.

Nessuno dei nove studi considerati da Stefani arriva a questa conclusione. Semmai, dice la scienziata, le evidenze empiriche e il buon senso suggeriscono che il sesso la sera prima della gara possa avere effetti benefici nel ridurre lo stress psicologico nelle prove di resistenza, come le maratone, e nell’aumentare la concentrazione (per esempio negli sport di tiro). Questo, a patto che l’atleta riposi a sufficienza nella notte prima delle gare, e che il rapporto non si accompagni al consumo di alcol o droghe, o al fumo.

 Rimane che nessuno studio ha finora trattato la questione in modo sistematico, indagando le possibili differenze tra generi, intensità e tipologia di sport praticato (la maggior parte delle ricerche svolte si è comunque concentrata su atleti maschi). Anche i fattori culturali associati al sesso nelle varie aree del mondo potrebbero avere effetti psicologici sulla performance sportiva successiva.

Fonte:Focus.it

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