di Luca Manco, Medico Chirurgo e Dott.re in Comunicazione Scientifica Biomedica, Sapienza Università di Roma
I Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) sono complesse patologie invalidanti e potenzialmente mortali che compromettono salute fisica e funzione psicosociale dell’individuo, in cui coesiste un comportamento alimentare disfunzionale associato ad un’eccessiva preoccupazione per il peso ed un’alterata percezione dell’immagine corporea, spesso correlati a bassi livelli di autostima [1, 2].
Caratteristiche tipiche dei DNA sono la scarsa consapevolezza di malattia, l’ambivalenza nei confronti del trattamento, la sottovalutazione della gravità dei sintomi clinici da parte dei malati [3] e la frequente associazione con altri disturbi psichici, tra cui quelli dell’umore e dell’ansia [4]. A causa dell’alterato consumo e/o assorbimento di cibo lo stato di salute fisica è frequentemente compromesso [5]. Infatti, le disfunzionali condotte alimentari alterano lo stato nutrizionale, con severe ripercussioni sistemiche [6], e le relazioni sociali con importante disagio psico emotivo [7].
L’eterogeneità nella fenomenologia clinica rende complessa la diagnosi dei DNA allungando il tempo che intercorre tra l’insorgenza dei sintomi, l’inquadramento diagnostico e l’inizio del percorso di cura, con gravi conseguenze sull’esito dello stesso compromettendone l’efficacia che è tanto più elevata quanto più precocemente ha inizio [8]. La compresenza di altre patologie (comorbidità) psichiatriche ed internistiche associate agli aspetti personologici ne complica l’inquadramento diagnostico, rallentando l’inizio del trattamento [9].
Negli ultimi decenni si è ridotta l’età di insorgenza con diagnosi in età infantile e preadolescenziale. L’esordio precoce e la carenza energetica (malnutrizione) dei tessuti che non hanno ancora raggiunto la piena maturazione alterano la fisiologica traiettoria di crescita compromettendo la qualità della vita. L’alterato sviluppo psicobiologico favorisce danni sistemici permanenti all’apparato muscolo-scheletrico (osteopenia, osteoporosi, sarcopenia, etc.), uro-genitale (amenorrea, sterilità, insufficienza renale, etc.), cardiovascolare (ipotensione arteriosa, bradicardia, aritmie, etc.) ed al sistema nervoso (alterazioni cognitive, perdita di memoria e di concentrazione, etc.) [10, 11, 12, 13, 14].
I DNA sono fenomeni patologici complessi e multifattoriali dall’andamento cronico, recidivante e con alta difficoltà di trattamento. L’’identificazione e la previsione di un intervento precoce e strutturato, che si avvalga della collaborazione di diverse figure professionali (psichiatri, psicologi, pediatri, dietologi ed internisti) [15] e di un percorso multidisciplinare in equipe, costituiscono i cardini per prevenire danni permanenti e migliorare la prognosi [16].
Diversi autori concordano che la diagnosi ed il trattamento precoce potrebbero scongiurare la severa ed irreversibile compromissione sistemica prevenendo non solo esiti fatali ma anche il rischio di recidiva [17]. I DNA hanno alti tassi di recidiva che in media sono:
- il 40-50% per l’anoressia nervosa (AN) [18, 19, 20, 21];
- il 30% per la bulimia nervosa (BN) [22, 23];
- il 40% per i disturbi alimentari con altra specificazione (OSFED) [24, 25] e per il disturbo da alimentazione incontrollata (BED) [26, 27].
Identificare i predittori di ricaduta è fondamentale per programmare specifici interventi di prevenzione. Infatti, sarebbero associati a maggiore probabilità di recidiva: la presenza di comorbidità psichiatrica, la necessità di elevati livelli di assistenza e la gravità estrema del disturbo [28]. Diversamente, sarebbero associati a minore probabilità di recidiva: valori più elevati di leptina (ormone secreto prevalentemente dal tessuto adiposo i cui livelli sono correlati ai meccanismi centrali di sazietà) [29], elevata frequenza / contenuto energetico dei pasti, elevata motivazione al cambiamento, alto Indice di Massa Corporea (IMC, calcolato come il rapporto tra il peso corporeo in kg ed il quadrato dell’altezza in metri) [30], migliore risposta al trattamento e l’età più avanzata di insorgenza, [31, 32]. Tuttavia, ad oggi non è ancora chiaro quali siano i più forti predittori di recidiva [33] ed il compito della ricerca in futuro potrebbe essere di identificare se ed in che misura questi fattori si modificano in relazione alle differenze individuali. In tal modo, sarebbe possibile personalizzare trattamenti mirati a ridurre il rischio di recidiva e prevenire patologie croniche invalidanti migliorando la qualità della vita.
Riferimenti
1. https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=6160&area=salute%20mentale&menu=DNA#:~:text=I%20Disturbi%20della%20Nutrizione%20e%20dell’Alimentazione%20(DNA)%20sono,alterata%20percezione%20dell’immagine%20corporea
2. American Psychiatric Association. Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5. American Psychiatric A, American Psychiatric Association DSMTF, editors. Arlington, VA: American Psychiatric Association; 2013
3. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2775_allegato.pdf
4. https://www.salute.gov.it/portale/saluteMentale/dettaglioContenutiSaluteMentale.jsp?lingua=italiano&id=4470&area=salute%20mentale&menu=DNA
5. https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S1068607X03000040
6. Treasure J, Duarte TA, Schmidt U. Eating disorders. Lancet 2020; 395: 899-911
7. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2636_allegato.pdf
8. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2636_allegato.pdf
9. Pelle M, Procenesi L, Contini LM, Siracusano A, Niolu C. I disturbi alimentari e della nutrizione: nuove prospettive e nuove sfide. Noos 2021;27(2):75-84
10. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38380189/
11. https://springerhealthcare.it/mr/archivio/lintervento-nutrizionale-nella-sarcopenia/
12. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38699446/
13. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30173377/
14. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38999731/
15. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38284120/
16. Ministero della Salute, Linee di indirizzo nazionali per la riabilitazione nutrizionale dei disturbi dell’alimentazione, intesa in Conferenza Stato Regioni del 22 giugno 2017, Rep. Atti n. 93/CSR
17. https://www.nice.org.uk/guidance/ng69
18. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22657951/
19. https://www.researchgate.net/profile/Michael-Brumm/publication/40027959_A_pilot_study_of_personality_pathology_in_patients_with_anorexia_nervosa_Modifiable_factors_related_to_outcome_after_hospitalization/links/5542d0b70cf24107d3948b59/A-pilot-study-of-personality-pathology-in-patients-with-anorexia-nervosa-Modifiable-factors-related-to-outcome-after-hospitalization.pdf
20. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/10405500/
21. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/16330589/
22. https://psycnet.apa.org/record/1996-72853-001
23. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/9348823/
24. https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0005796707001155
25. https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1002/eat.20550
26. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3170852/
27. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20870000/
28. https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2775_allegato.pdf
29. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34084149/
30. https://www.salute.gov.it/portale/nutrizione/dettaglioIMCNutrizione.jsp?lingua=italiano&id=5479&area=nutrizione&menu=vuoto
31. https://bmcpsychiatry.biomedcentral.com/articles/10.1186/s12888-016-1019-y
32. https://journals.lww.com/psychosomaticmedicine/abstract/1994/01000/anorexia_nervosa_in_a_long_term_perspective_.3.aspx 33. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36623362/#full-view-affiliation-