La sindrome metabolica

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Sai che la sindrome metabolica è caratterizzata dalla presenza di più disturbi contemporaneamente?

Per parlare di sindrome metabolica infatti è necessaria la compresenza di diversi disordini metabolici, ciascuno dei quali è di per sé un noto fattore di rischio per sviluppare una malattia cardiovascolare.

Più nello specifico, è necessario che siano presenti almeno tre fra questi fattori di rischio:

  • Elevata quantità di tessuto adiposo addominale (che si può quantificare con la misurazione della circonferenza della vita): sono considerate patologiche le misure superiori a 94 cm nell’uomo e a 80 cm nella donna).
  • Ridotto colesterolo (HDL; il cosiddetto “colesterolo buono”): meno di 40 mg/dl (nell’uomo) e meno di 50 mg/dL (nella donna).
  • Elevati livelli di trigliceridi: valori superiori a 150 mg/dL.
  • Elevati valori di pressione arteriosa: superiore a 135/85 mmHg
  • Elevati livelli di glicemia: glicemia a digiuno superiore a 100 mg/dL.

 

La presenza di tre o più di questi fattori di rischio è un segno che l’organismo è resistente all’azione dell’insulina, che è un importante ormone prodotto dal pancreas.


E’ a rischio di sviluppare la Sindrome Metabolica innanzitutto chi non svolge attività fisica!

Ma è da considerarsi a rischio chi:

  • è aumentato di peso, specie a livello della circonferenza della vita
  • ha una storia di diabete;
  • ha elevati livelli di trigliceridi nel sangue;
  • ha elevati valori di pressione arteriosa.

Ecco perché è così importante modificare le proprie abitudini alimentari!

Sebbene la maggior parte delle persone che ha la sindrome metabolica si sente bene, e il più delle volte non presenta sintomi, c’è comunque un rischio maggiore di sviluppare in futuro malattie gravi come il diabete e patologie cardiovascolari soprattutto se si ha parentela con persone che ne soffrono.
Comunque la Sindrome Metabolica si può curare ed il modo migliore è cambiare stile di vita, aumentando l’attività fisica di tipo aerobico, riducendo il peso corporeo del 5-10% in 6 mesi rispetto a quello iniziale. Inoltre in alcune situazioni è possibile associare una terapia a base di farmaci per ridurre la pressione arteriosa e la glicemia.

Le informazioni contenute in questo sito sono tratte da documenti ufficiali divulgati dalla WHO (World Health Organization – Department of Nutrition for Health and Development) e/o da altre organizzazioni nazionali ed internazionali deputate alla ricerca ed alla cura.

Le informazioni sono corrette ma non possono in alcun modo sostituire il rapporto diretto tra il professionista della salute e la persona interessata.

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