a cura di Chiara Borgia

“120 battiti al minuto” è il docu-film d’ispirazione autobiografica di Robin Campillo che racconta la storia della nascita di Act Up, un’organizzazione di attivisti che negli anni Novanta ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica sul tema dell’Aids.
L’organizzazione era costituita prevalentemente da giovani, per la maggior parte omosessuali, impegnati in diverse azioni dimostrative finalizzate a scuotere l’opinione pubblica su un tema molto difficile per quell’epoca.
Negli anni Novanta diventare sieropositivi equivaleva infatti a una condanna a morte.
Per questo motivo i giovani attivisti di Act Up, con azioni non violente ma eclatanti, premevano per una accelerazione e una maggiore trasparenza della ricerca, per una corretta informazione, per la pubblicizzazione del preservativo come unica strategia di protezione.
Il docu-film, premiato a Cannes, ha avuto un grande successo in Francia.
Quando e’ arrivato nelle sale italiane, è stato oggetto di diverse polemiche, specie sul web, ed è stato infine vietato ai minori di quattordici anni.
Per Campillo e la casa di distribuzione Teodora questa decisione è incomprensibile: il film è a loro avviso profondamente educativo ed efficace nel comunicare la battaglia, non ancora vinta, proprio ai più giovani.
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