Denatalità: il record italiano

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di Ilenia Di Martino, studentessa del Corso di laurea magistrale in Comunicazione scientifica biomedica, Sapienza Università di Roma

Primo paese al mondo per arte e cultura, l’Italia è l’ultimo per il numero di nuovi nati

I dati sono preoccupanti. Il report “Natalità e fecondità della popolazione residente”, pubblicato il 21 dicembre 2020 dall’Istituto Italiano di Statistica (ISTAT), evidenzia come nel 2019 i nati della popolazione residente erano 420.084, quasi 20 mila in meno rispetto al 2018. La pandemia di SARS-CoV-2 che affligge l’Italia dal gennaio 2020 non ha fatto altro che incrementare la tendenza negativa delle nascite che già si verifica da anni nel nostro Paese, “partorendo” un nuovo record negativo di denatalità: il valore più basso mai registrato in oltre 150 anni di Unità Nazionale (Fig. 1).

Fig.1. ISTAT. (2020). “Report Natalità e fecondità della popolazione residente: Anno 2019.”

ISTAT. (2021).” La dinamica demografica durante la pandemia covid-19- anno 2020”

Sempre meno figli

L’Istat attesta che il numero medio di figli per donna è 1,27 figli nell’anno 2019. Questo record è il risultato di una deriva che ha portato il nostro paese ad allontanarsi notevolmente dal boom demografico avvenuto negli anni 60 del secolo scorso, in cui in Italia si sono registrate oltre 1 milione di nascite e, in media, 2.7 figli per donna.

Le cause

La rapida caduta della natalità, avviata a partire dal 2008, è stata determinata dall’arrivo della crisi economica, che si è sommata ad alcune penalizzanti trasformazioni strutturali della popolazione in età feconda, convenzionalmente fissata tra i 15-49 anni.

La scarsa numerosità delle donne in questa fascia di età, dovuto all’uscita dalla fase riproduttiva delle baby-boomers, cioè le donne nate tra la seconda metà degli anni 60 e la prima metà degli anni 70,  e le generazioni più giovani, nate tra il 1976-1995, gli anni del baby-bust, meno consistenti, hanno impresso al diagramma delle nascite un nuovo rapido orientamento verso un’intensa e rapida decrescita.

A questo si aggiungono fattori prettamente medici, come l’infertilità, la malattia che non permette ad 1 coppia su 5 di avere figli, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS, 2021).

L’ impatto del Covid sulle nascite

La pandemia da SARS- CoV-2 ha avuto un enorme impatto sulla popolazione mondiale e conseguenze drammatiche sul tessuto demografico della società, in quanto ha inciso non solo sulla mortalità, ma anche sull’andamento delle nascite.

Nel 2020 si registra un nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia, un massimo storico di decessi dal secondo dopoguerra e una forte riduzione dei movimenti migratori. Lo rileva l’Istat nel report “La dinamica demografica durante la pandemia covid-19-anno 2020 ” diffuso il 26 marzo 2021. Secondo quanto attesta il documento, il record negativo di nascite dall’Unità d’Italia registrato nel 2019 è di nuovo superato nel 2020: gli iscritti in anagrafe per nascita sono stati appena 404.104, quasi 16 mila in meno rispetto al 2019. Le poche nascite sommate all’ elevato numero di decessi (746 mila), aggravano la dinamica naturale negativa che caratterizza il nostro Paese. Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat, nel suo rapporto “Scenari sugli effetti demografici di Covid-19: il fronte della natalità”, pubblicato il 28 Aprile 2020, collega il fenomeno al clima di “paura e incertezza” e alle crescenti “difficoltà di natura materiale, legate ad occupazione e reddito che potrebbero agire nell’orientare le scelte di fecondità della coppia.”

Il Coronavirus, quindi, si è aggiunto al “virus della denatalità” pre-esistente , aumentando il trend negativo causato anche dalla prolungata permanenza dei giovani nella famiglia di origine, a sua volta dovuta al protrarsi dei tempi della formazione, le difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro e la precarietà, una tendenza di lungo periodo di bassa crescita economica, le difficoltà di accesso al mercato delle abitazioni.

La forte instabilità economica che permea la società odierna e le persistenti difficoltà di carattere occupazione e reddituale amplificano questi fattori e costringono i giovani a ritardare le tappe della transizione verso la vita adulta, compromettendo la possibilità di crearsi una famiglia.

Fonti:

  1. Istat. (2020). Report Natalità e fecondità della popolazione residente: Anno 2019.
  2. ISS. (www.iss.it . Consultato online il 13 Maggio 2021). Infertilità
  3. Istat. (pubblicato il 28 Aprile 2020). Scenari sugli effetti demografici di Covid-19: il fronte della natalità.
  4. Istat. (pubblicato il 26 Marzo 2021). La dinamica demografica durante la pandemia covid-19- anno 2020.
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