Sfide per l’accesso Globale ai Vaccini per il COVID-19

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di Alessandra Guglielmino, laureata in Comunicazione scientifica biomedica, Sapienza Università di Roma

Il 12 Febbraio 2021 su Health Policy è stato pubblicato uno studio sulla produzione, convenienza, allocazione e distribuzione dei vaccini per il COVID-19.[1]

In molti paesi sono stati autorizzati i primi vaccini e sono iniziate le campagne vaccinali per il COVID-19. Tuttavia è improbabile che questa pandemia termini finché non avviene un lancio globale di vaccini per poter realmente impattare sull’immunità. Per far sì che questo avvenga non serve soltanto che i vaccini vengano autorizzati, ma bisogna che essi vengano prodotti su larga scala, ad un prezzo conveniente e che vengano distribuiti in modo efficiente, in primo luogo dove sono maggiormente necessari e successivamente anche alle varie comunità locali.

Nello studio preso in analisi vengono evidenziate le caratteristiche principali dei 26 vaccini leader candidati, andando ad includere i livelli di efficacia, i regimi di dosaggio, i requisiti per la conservazione, i prezzi e la capacità di produzione per l’anno in corso (2021).

Molte case farmaceutiche sono riuscite a sviluppare i vaccini per il COVID-19 in meno di 12 mesi, il che può essere considerato un ottimo risultato, dato che solitamente vengono richiesti diversi anni di sorveglianza.

Ad oggi sono stati approvati alcuni vaccini (Moderna, AstraZeneca, Pfizer, Sputnik V).[2]

Il sostegno pubblico per la ricerca di base rappresenta solo la fase iniziale per lo sviluppo di farmaci e vaccini ed oggi, la necessita e l’urgenza di creare i vaccini per il COVID-19, ha fatto partecipare diverse società private facendo così aumentare la ricerca e lo sviluppo di produzione. I governi e gli enti no profit hanno finanziato le sperimentazioni cliniche. Nel totale, gli sviluppatori hanno ricevuto circa 10 milioni di dollari in finanziamenti pubblici e senza scopo di lucro per i candidati vaccini.

La produzione di vaccini (COVID-19) è molto limitata, attualmente sono molto pochi i paesi che possono permettersi una produzione interna e rapida. Sono necessari maccanismi che consentano una garanzia nell’accessibilità economica e finanziaria che possa sostenere la produzione dei vaccini per il COVID-19 anche in paesi a basso e medio reddito, che corrispondono a circa l’85% della popolazione mondiale e che ad oggi non possono disporre di risorse per l’acquisizione di quantità adeguate di vaccini. Anche nei paesi ad alto reddito, è importante poter garantire l’accesso ai vaccini per il COVID-19, senza dimenticare la parte più emarginata e povera di questa popolazione.

Un dato allarmante, emerso da un rapporto di Oxfam e Amnesty International, ha rilevato che la maggior parte di dosi di vaccini per il COVID-19 in circa 67 paesi verranno somministrati solo al 10% degli abitanti, in quanto, circa 9 persone su 10, avendo un reddito basso, rischiano di non aver accesso al vaccino contro il COVID-19.[3]

Lo studio pubblicato su Health Policy mostra che miliardi di persone in tutto il mondo potrebbero non aver accesso al vaccino nel 2021 e ciò comporterebbe un prolungamento della pandemia ed un aumento del rischio di ulteriori mutazioni del virus che andrebbero ad alterare l’efficacia dei vaccini esistenti.

Oltre alle questioni relative alla determinazione di quali paesi potranno ottenere le dosi di vaccino e a quale prezzo, è importante poter riuscire a garantire una corretta distribuzione di vaccini. Infatti, il rapido ritmo di produzione e di sviluppo ha già accorciato la tempistica per una prima pianificazione di programmi vaccinali per contrastare questo virus. Non serve solo sviluppare e produrre nuovi vaccini, ma essi devono poter essere convenienti, accessibili, affidabili e utilizzati in modo efficace.

I vaccini approvati fino ai primi di Marzo 2021 richiedevano una doppia dose, ma il 12 Marzo 2021, dopo che l’Ema ha valutato l’efficacia del vaccino Janssen di Johnson&Johnson, è avvenuta l’approvazione di questo vaccino che necessita di una sola somministrazione.

Il Direttore Generale di AIFA, Nicola Magrini ha detto: “Si tratta del quarto vaccino presto a disposizione con l’importante vantaggio aggiuntivo di una sola dose e della facilità di somministrazione, ideale quindi per il setting dei medici di famiglia. Da metà aprile, una importante realtà”.[4]

Questo è un dato molto importante perché si potrebbe attivare un meccanismo che facilita la somministrazione del vaccino. Il vaccino Johnson&Johnson potrebbe andare a contrastare le mancanze attualmente presenti e potrebbe esserne data la priorità per la distribuzione. Le differenze potrebbero essere particolarmente salienti per la campagna vaccinale del 2021, in quanto oltre al fatto che basta una sola dose di somministrazione i dati riportati all’EMA mostrano che nei soggetti over 65 non si è notata alcuna flessione nell’efficacia durante il periodo di sorveglianza. 

Avendo già diversi vaccini approvati, grazie ad una produzione e una campagna vaccinale adeguata, ci si augura che il vaccino per il COVID-19 sia accessibile a tutta la popolazione e non diventi invece un privilegio!


[1] https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)00306-8/fulltext

[2] https://www.pharmastar.it/news/covid19/i-vaccini-approvati-e-in-sviluppo-contro-il-covid-19-una-mappatura-aggiornata-34644

[3] https://www.ilsole24ore.com/art/covid-allarme-i-67-paesi-poveri-dove-verra-vaccinato-solo-10percento-abitanti-ADI0vU7

[4] https://www.aifa.gov.it/-/aifa-approva-il-vaccino-janssen

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