Vaccino: l’approccio paternalistico italiano

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 Negli ultimi anni si è sentito molto parlare di vaccini e dello scetticismo in cui sono stati coinvolti, probabilmente complice  e sostenitore il fatto che questo sentimento sia amplificato dalla facilità con cui chiunque può reperire informazioni contrastanti su internet. Vaccine Hesitancy si traduce in italiano come “esitazione vaccinale”. Questo termine comprende i concetti di indecisione, incertezza, ritardo, riluttanza. Un atteggiamento complesso e  legato ai differenti contesti con le diverse determinanti che lo caratterizzano: periodo storico, aree geografiche, situazione politica. È indispensabile avere una maggiore capacità analitica per individuare le aree in cui si crea l’esitazione, capire i determinanti della Vaccine Hesitancy; evidenziare gli aspetti organizzativi che facilitano l’adesione; valutare gli strumenti necessari per contrastare questo fenomeno. L’esperienza italiana nell’ambito della salute pubblica ci mette di fronte a dei provvedimenti resi indispensabili da alcune statistiche che ci hanno visti nel 2015 ad una copertura vaccinale dell’85%, ben al di sotto del 95%, copertura che garantisce l’immunità di gregge o immunità di gruppo, quel fenomeno per cui, una volta raggiunto un livello di copertura vaccinale per la singola infezione, considerato sufficiente all’interno della popolazione, si possono ritenere al sicuro anche le persone non vaccinate. Essere circondati da individui vaccinati e dunque non in grado di trasmettere la malattia è determinante per arrestare la diffusione di una malattia infettiva. Sembra quasi ridondante continuare a riaffermare le prove schiaccianti che hanno dimostrato i benefici dell’immunizzazione come uno degli interventi di sanità pubblica di maggior successo, come sottolineato della lunga tradizione italiana di politiche di immunizzazione attuate nel contesto del Sistema Sanitario Nazionale gli ultimi 40 anni. Tuttavia il calo dal 2010 al 2015 ha reso necessario dei provvedimenti con una valutazione urgente delle spinte antivaccino, ed un’azione immediata a livello politico per proteggere la salute collettiva. Definito in Europa come “l’imperativo vaccinale”, il Decreto Legge n. 73/2017 e Legge n.119 / 2017 è un “pacchetto-scuola” fatto di dieci  vaccini obbligatori per i bambini fino a 16 anni di età. Difterite, tetano, poliomielite, epatite B- già obbligatori- pertosse, haemophilus influenzae tipo b, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Per l’ammissione a scuola la legge chiede che i bambini siano vaccinati e impone multe pecuniarie ai genitori resistenti. Le statistiche post-legge sembrano incoraggianti e confermano che il potere legislativo sia davvero uno strumento potente che gli Stati  hanno a disposizione per proteggere la salute della popolazione, eppure è piuttosto semplicistico e concettualmente sbagliato affermare che l’immunizzazione obbligatoria è l’unico metodo per riuscire a contrastare l’ esitazione vaccinale. Riconoscendo la rilevanza che questo fenomeno ha nel raggiungimento degli obiettivi di salute prefissati, lo Strategic Advisory Group of Experts (Sage) dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel 2012, ha creato un gruppo di lavoro specifico sul tema e sottolinea che è urgente e necessario sviluppare sistemi istituzionali e competenze organizzative a livello locale, nazionale e globale al fine di identificare, monitorare e indirizzare proattivamente l’esitazione vaccinale, di rispondere tempestivamente ai movimenti anti-vaccinatori in caso di disinformazione o di potenziali eventi avversi . Fattori come compiacenza, convenienza e fiducia  devono essere identificati e misurati per informare il pianificazione, l’attuazione e valutazione di interventi mirati. Se è vero che che c’è stato un urgente bisogno di un forte approccio paternalistico per aumentare i tassi di copertura vaccinale, ora è il momento di capire perché e in che misura le persone sono titubanti nei confronti dei vaccini e in che modo risiede la percezione errata del loro valore in termini di efficacia e sicurezza.

Fonte 1. Signorelli, C., Odone, A., Ricciardi, W. & Lorenzin, B. The social responsibility of public health: Italy’s lesson on vaccine hesitancy. Eur. J. Public Health 29, 1003–1004 (2019).

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