Cosa accade a chi non è celiaco e segue una dieta senza glutine

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Alimentazione squilibrata e vita sempre più sedentaria portano solo ad una cosa: problemi legati alla salute. Così dilagano sempre più casi di obesità, diabete mellito di tipo 2 e sindrome metabolica, senza contare il crescente numero di malattie cardiovascolari ad ogni età. Così sanità, scuole e famiglie hanno intensificato ormai da tempo gli interventi verso una educazione alla salute e ai corretti stili di vita, basati su una alimentazione bilanciata e una regolare attività fisica… o almeno così dovrebbe essere. Attenzione però a non lasciarci abbindolare da promesse di diete miracolose o ancora peggio alle fake news sugli alimenti dannosi per la salute, senza un riscontro scientifico o senza che il nostri fisico necessiti l’eliminazione di quel cibo specifico, perché spesso all’idea di sana alimentazione si fa confusione con quella di privazione di determinati prodotti. Spesso infatti diventa una moda arginare un alimento o seguire una dieta lampo senza alcun valore nutrizionale. Dietro al mondo delle diete girano una infinità di libri specifici, visite specialistiche spesso con esperti improvvisati e poi l’acquisto di prodotti realizzati appositamente per perdere peso. Anche in Italia è in crescita il mercato dell’altro cibo, come lo definisce il Rapporto Coop 2016 (www.italiani-coop.it/ rapporto-coop-2016): pillole, barrette, budini, frullati, zuppe e beveroni, cibi sostitutivi che limitano l’apporto calorico. Una novità molto in voga negli ultimi anni sono anche i prodotti “senza” (senza lattosio, senza glutine…). Spesso ci si affida a questi prodotti non per una reale necessità segnalata dal medico ma sempre per sentito dire o per diagnosi fatte da non specialisti.

Per fare un po’ di chiarezza alcune tra le più importanti società scientifiche italiane che si occupano di alimentazione e nutrizione hanno redatto una posizione comune (Position Statement) su “Allergie, intolleranze alimentari e terapia nutrizionale dell’obesità e delle malattie metaboliche”, partendo da una analisi della documentazione scientifica alla base di questo fenomeno e valutando l’evidenza disponibile sul legame allergie/intolleranze alimentari e sovrappeso/obesità.

Si tratta di un lavoro che ha fornito al mondo scientifico e professionale un riferimento condiviso su questo dilemma di forte impatto sulla popolazione. Un passo importante è stato quello di sfatare la convinzione che le intolleranze alimentari possano essere causa di un aumento di peso e che quindi una dieta con esclusione di determinati alimenti possa far dimagrire, tanto da poter affermare che le intolleranze alimentari e l’obesità siano due patologie indipendenti tra loro e che il ricorso a regimi alimentari restrittivi sia quindi privo di qualsiasi fondamento scientifico.

Il ricorso al Gluten Free

Basta entrare in un qualsiasi supermercato per notare l’alto numero di prodotti Gluten Free a disposizione sugli scaffali. La dieta senza glutine è diventata ormai una vera e propria moda da star dello spettacolo e sportivi. Secondo i dati di BBC News Magazine, negli USA il 29% delle persone adulte sta cercando di evitare il glutine, di cui però solo l’1% è affetto da celiachia. C’è anche da dire che chi segue la dieta senza glutine senza averne bisogno, lo fa comunque in modo non continuativo andando così a confondersi tra i veri malati, con la convinzione che mangiare senza glutine faccia bene a tutti.

Di contro ci sono poi le voci contro, che sparano a zero sui prodotti glutine free andato anche ad asserire che seguire queste diete faccia ingrassare. A fornire chiarezza è l’AIC da sempre è attenta agli aspetti nutrizionali complessivi della dieta senza glutine.

Per concludere facciamo attenzione quindi ai test per le intolleranze fini a se stessi che possono portarci ad escludere dalla dieta alimenti che però non riusciamo in altro modo ad integrare, creando forti scompensi nutrizionali per il nostro corpo. Una dieta ad esclusione ha poi ripercussioni anche sulla nostra psiche. Un fatto molto grave se chi si sottopone a queste diete siano soprattutto bambini, adolescenti e studenti universitari. Il fatto di non avere un controllo successivo al test rende queste diete lunghissime e pericolose a lungo andare, anche perché se veramente c’è una intolleranza, non sapremo mai se questa situazione sia rientrata oppure no e se è quindi il caso di reintegrare l’alimento.

 

 

 

 

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