A cura di Benedetta Martino, Sociologa
Un ambito di ricerca particolarmente complesso è quello della migrazione. Basti pensare ad esempio che, ancora non esiste una definizione univoca del termine “migrante”. Ciò comporta diverse difficoltà nel confrontare i dati internazionali riguardanti gruppi così eterogenei fra loro ed interpretare i documenti legali, politici ed accademici.
Questo diventa ancora più delicato se l’immigrazione si inserisce nell’ambito della salute sessuale. La definizione utilizzata è quella dell’OMS che risale al 2010, secondo cui la salute sessuale non viene più considerata conseguente alla salute riproduttiva ma composta delle sue tante componenti ovvero:sesso, identità di genere e ruoli, orientamento sessuale, erotismo, piacere, intimità ed anche (non solamente) riproduzione.
E’ proprio in questo contesto che si inserisce la ricerca di Ines Keygnaert, Aurore Guieu, Gorik Ooms, Nicole Vettensburg, Marleen Temmerman, Kristien Roelens, caratterizzata da un approccio olistico (poco utilizzato a livello europeo) che integra un modello improntato sui diritti ed un modello socio-ecologico incentrato sulla salute. La salute è considerata come un diritto umano e valuta le politiche, i programmi e la legislazione di conseguenza, aspettandosi che essi promuovano la salute e garantiscano l’accesso alle cure sanitarie per tutti indipendentemente da qualsiasi stato.
Gli autori hanno analizzato una grande mole di dati, attraverso alcune linee guida ovvero: la presenza o meno di ostacoli che possano limitare la salvaguardia della salute degli immigrati all’interno dell’Unione Europea; come superare queste problemi; ed infine quali soluzioni utilizzare al fine di promuovere la salute con un approccio olistico.
DIVERSI SONO GLI SPUNTI CHE SI POSSONO RICAVARE DA QUESTA RICERCA.
Ad esempio emerge che la complessità e l’incertezza attuale impediscono ai migranti di accedere all’assistenza sanitaria. Questo perché interpreti e mediatori culturali sono raramente utilizzati per facilitare il dialogo e la comprensione reciproca del corpo, della salute e della malattia e di conseguenza del diritto alla salute; mentre la costruzione di uno “spazio sicuro” è considerata essenziale per un’efficace cura. All’interno del contesto economico attuale, infatti, integrare le tematiche della salute e della migrazione da un lato ed ottimizzare l’ uso delle risorse dall’altro sono diventate una necessità. Tuttavia, questo può essere fatto solamente se non si considera più la migrazione come una minaccia per la salute pubblica e per la società. I dati emersi sono da considerare un importante punto di partenza per migliorare la situazione che al momento piuttosto delicata.
Fonte: Health Policy