Un cervello sempre giovane #leggiloqui

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Leggiloqui, di Michaela Liuccio

E’ ormai cosa nota, anche se vale sempre la pena sottolinearlo, che una regolare attività fisica e il seguire una corretta alimentazione che strizza l’occhio alla dieta mediterranea, riduce il tasso di mortalità del 20-30 %. Ancora più interessante capire come l’attività fisica e l’alimentazione   incidano anche sul nostro cervello!

Per spiegare perché l’attività fisica fa bene al nostro cervello Stefano Farioli Vecchioli ed Elisabetta Muritti sottolineano che prima di “mettersi in moto”, o meglio per mettersi in moto, ognuno di noi deve trovare il proprio equilibrio tra caratteristiche fisiche, spinte motivazionali e benessere mentale. Le implicazioni motivazionali sono connesse alla genetica, ovvero alla quantità di dopamina (neurotrasmettitore che regola la gratificazione mentale derivante dallo svolgere una determinata azione). Le persone che hanno un basso livello di dopamina nel cervello, cedono all’inattività e all’ozio non ricavando alcuna sensazione di benessere dopo una sessione di allenamento. Mentre gli alti livelli di dopamina sono connessi ad un’intensa attività ed ad una corrispondente elevata soddisfazione e stimolo a perseverare.

Anche l’alimentazione contribuisce a dare nutrimento al benessere cerebrale. La dieta mediterranea è perfetta per mantenere il nostro cervello in buone condizioni e ritardare l’insorgere o l’avanzare delle patologie neurodegenerative. Al contrario, invece, una dieta eccessivamente ricca di zuccheri provoca un decremento sostanziale delle prestazioni legate all’apprendimento e alla memoria. E questo perché si istaura una resistenza all’insulina (l’ormone che regola i livelli di zucchero nel sangue) nelle regioni celebrali dell’ippocampo e del lobo temporale che rappresentano i luoghi dei processi neurodegenerativi, come nel caso dell’Alzheimer.

Per tenere attivo e in forma il nostro cervello non bastano però sport e corretta alimentazione, occorre anche sottoscrivere una “triplice assicurazione”,  con musica, lingue straniere e relazioni sociali. Molti studi scientifici sottolineano che nei momenti di godimento provocati dall’ascoltare musica la regione celebrale dello striato rilascia moltissima dopamina, il principale neurotrasmettitore del piacere. Mentre è stato dimostrato che belgi, canadesi e altoatesini hanno probabilità statistica di manifestare i sintomi clinici della demenza cinque anni dopo le altre popolazioni perché sono popoli bilingui. Infine una vita piena di amicizie, di baci e di abbracci, stimola l’ossitocina, il cui compito fondamentale è quello di abbassare i livelli di stress!

Questo e molto altro nel saggio “Un cervello sempre giovane” di Stefano Farioli Vecchioli ed Elisabetta Muritti, Sperling & Kupfer, 2017. Il libro contiene anche un gioco finale per testare la “propria riserva cognitiva quotidiana”!

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