Trotula De Ruggiero: divulgare è/e prevenire

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di Michaëla Liuccio, Presidente Cds Comunicazione scientifica biomedica, Sapienza Università di Roma

Il divulgatore scientifico Pietro Greco, recentemente scomparso, ha dedicato uno dei suoi ultimi lavori a Trotula De Ruggiero. Nel suo saggio “Trotula. La prima donna medico d’Europa”, pubblicato nel 2020 per L’Asino d’oro edizioni, traccia un profilo dettagliato della nota “medichessa di Salerno”.

Un autore anonimo francese del XIII secolo la descrive come una “donna filosofa” dalla quale “i medici ignoranti traggono grande autorità ed utili insegnamenti”. Sono tanti gli aspetti interessanti di questa figura complessa che Greco evidenzia con leggerezza e profondità al tempo stesso. Il filo rosso è quello della “medicina per le donne fatta dalle donne”, che con Trotula De Ruggiero prende corpo ed anima.

Il saggio affronta con serietà, ma anche piacevoli digressioni, l’evoluzione professionale della donna focalizzandosi sui suoi scritti, o che comunque possono essere a lei attribuiti: dal De passionibus mulierum ante in et post partum, al De curis mulierum, al De ornatu mulierum, a La Practica. La storia della città di Salerno e della contaminazione dei saperi sanitari di quattro diverse culture alla base della Scuola Medica Salernitana (vedi la leggenda/metafora dei quattro medici che si incontrano sotto gli archi del vecchio acquedotto) fanno da cornice penetrante, a tratti invadente. Ma non ci stupiamo, ognuno è figlio dei tempi!

Mi soffermerò solo su alcuni aspetti del lavoro di Pietro Greco, per non togliere al lettore la curiosità di addentrarsi in questa piacevole avventura. Parto da una evidenza: Trotula è la prima scrittrice di medicina per le donne. Gli storici non ne sottolineano soltanto le sue qualità come medico, ma anche come scrittrice, ovvero come divulgatrice, poiché i suoi scritti non sono solo rivolti ad un target esperto, non sono solo divulgazioni tra pari, ma sono anche per il vasto pubblico.

In particolare mi riferisco al De ornatu mulierum che, come ricorda Greco, si rivolge a donne non esperte, dispensando loro consigli di bellezza affinché nella vita quotidiana abbiano cura del proprio corpo, perché la bellezza passa anche per l’igiene e la prevenzione. La pulizia del corpo è, secondo Trotula, il fondamento della prevenzione, a cui ben si lega il suo contesto di riferimento. Nella Salerno dell’epoca, infatti, erano numerose le fontane ma anche i bagni, pubblici e privati. Da questo humus culturale la “medichessa” trae linfa per stressare l’importanza dell’ igiene e della cosmesi per la salute.

Veniamo così ad un altro aspetto importante, il valore della “prevenzione”. Trotula è una teorica della prevenzione, ed ha anticipato il concetto ormai noto, dalla dichiarazione dell’OMS del 1948 in poi, che la salute non è solo assenza di malattia ma una condizione più ampia che comprende il benessere fisico, psichico e sociale. Proprio in questo solco si inscrive la “magistra” di Salerno: la prevenzione è la chiave principale della medicina, e nessuno prima di lei aveva dato tanta enfasi a questo aspetto, puntando soprattutto sull’igiene. Trotula, anticipando elementi che oggi ci sembrano scontati, è attenta agli stili di vita, alla dieta, e a come tutto questo possa impattare direttamente e indirettamente sulla salute.

Per ultimo, ma non di importanza, sottolineo il tatto e la comprensione con cui Trotula affronta, con le sue pazienti, le problematiche delicate della gravidanza, sessualità, infertilità. Lo fa  entrando con chiarezza e competenza nel mondo all’epoca ancora molto oscuro della natura femminile. Lo fa parlando di infertilità maschile in una società fortemente caratterizzata dalla superiorità maschile.

Obiettivo raggiunto del saggio è restituire a Trotula il posto che le spetta nella storia della scienza e, aggiungerei, anche della divulgazione medico-scientifica!

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